Pubblicato: ven, 21 Ott , 2016

Bloccata la catena di ristoranti “La Mafia”.

La catena spagnola con 38 fast food non potrà più usare il marchio “La Mafia – se sienta a la mesa” per il veto arrivato dall’EU dopo le proteste italiane.

Un altro passo è fatto.

 don_panino-mafiosiChi ci segue ricorderà che l’8 luglio del 2013 lanciammo una petizione chiedendo la chiusura di Don Panino locale austriaco che vendeva panini dai nomi: Don Greco, Don Buscetta, Don Corleone, Don Mori, Don Falcone e Don Peppino, quest’ultimo con chiaro riferimento a Peppino Impastato. Nella descrizione del menù si leggeva: “Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue”. Per quello invece intitolato a Giovanni Falcone la descrizione era invece: “sarà grigliato come un salsicciotto”.

In quell’occasione la petizione fu indirizzata all’allora ministro degli esteri Emma Bonino, ed inviata anche a vari organi che ritenevamo potessero intervenire, come la commissione antimafia e le istituzioni europee. Dopo poche ore avemmo la notizia della chiusura del locale, divenuta ufficiale il 18 giugno proprio grazie all’intervento della Bonino con le autorità austriache.

     Sapevamo essere una iniziativa dimostrativa visto che di locali che inneggiano alla mafia ne troviamo in tutto il mondo. La nostra attività di denunzia proseguì segnalando anche la nascente catena spagnola La mafia se sienta a la mesa (la mafia si siede a tavola).

I locali della catena, che offrono piatti della cucina italiana, sono arredati con scritte e foto dei più grossi mafiosi. Ai bambini, ai quali si offrono caramelle con il logo la mafie è riservata un’area denominata “i piccoli della mafia”. Risalta poi il menù del giorno di San Valentino che ricorda la famosa strage di San Valentino compiuta da Al Capone il 14 febbraio del 1929.

    Sono passati anni ma alla fine l’obiettivo è stato raggiunto. Ad interessarsi del caso la Presidente della commissione antimafia Rosy Bindi ed nel 2014 e anche Repubblica con un reportage di Attilio Bolzoni.

     Anche la Presidente della commissione antimafia con una protesta formale si rivolse alla sensibilità dell’allora ministro degli esteri Bonino ma i contatti con l’ambasciata spagnola non portarono agli stessi risultati ottenuti nel caso di Don Panino. Questo non intaccò l’impegno delle due figure istituzionali.

La perseveranza delle istituzioni italiane proseguire quindi con l’invio all’EU di relazioni della Dia, di quelle della Procura nazionale Antimafia, di dossier dell’FBI, di documentazioni relative gli assassini di mafie corredate dalle foto delle stragi seguite da varie interrogazioni al parlamento europeo. Arriva quindi la decisione dell’ufficio marchi e disegni dell’Unione Europea che accogliendo il ricorso dell’Italia invalida il marchio “La Mafia – se sienta a la mesa”

In Europa quindi il caso è chiuso con l’accoglimento di tutte le motivazioni presentate dall’Italia, tra queste: “L’accostamento del termine mafia manipola l’immagine estremamente positiva della cucina italiana”. Il sottotitolo “se sienta a la mesa” è un tentativo di volere attribuire un carattere di benignità al nome di una delle organizzazioni più pericolose mai esistite in Italia”. “Le organizzazioni criminali di tipo mafioso sono una chiara e presente minaccia per tutta l’Unione europea perché non sono attive solo in Italia ma anche in altri Stati membri: la Spagna è uno dei Paesi preferiti da molte di loro”.

Dalle informazioni in nostro possesso non sembrava cosa facile raggiungere l’obbiettivo, anzi…. La Mafia ha proseguito ad aprire locali consolidando una florida attività. E’ stata l’occasione per sentirci dire che quei locali occupavano oltre 400 lavoratori e che “la mafia” porta lavoro.

E’ una poesia che noi siciliani sentiamo recitare spesso, specie quando le aziende confiscate alla mafia proseguendo l’attività nella legalità rischiano la chiusura.

Il nostro impegno continua con la campagna “Basta con prodotti e gadget che richiamando simboli di mafia diffondono la cultura dell’illegalità” e con la relativa petizione:

https://www.change.org/p/basta-con-l-apertura-di-attivit%C3%A0-e-la-vendita-di-prodotti-e-gadget-che-richiamando-simboli-di-mafia-diffondono-la-cultura-dell-illegalit%C3%A0

Non abbassiamo la guardia.

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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