Pubblicato: mar, 28 Mar , 2023

Bankitalia, diamanti e mafia

La destituzione da Bankitalia del funzionario Carlo Bertini è stata annullata dal TAR, ma il giorno dopo la sentenza arriva una nuova sospensione 

Carlo Bertini è stato a capo del team ispettivo di Banca d’Italia che doveva fare luce sull’affaire. È stato prima isolato, attaccato e minacciato, demansionato, sottoposto a perizie psichiatriche, sospeso senza stipendio e, a luglio 2022, licenziato.
Ha indagato senza fare sconti a nessuno su uno dei più grandi scandali che ha travolto alcune banche italiane e i risparmi di molti cittadini. La truffa dei preziosi ha retroscena oscuri, diramazioni di complicità e amicizie che si allungano fino ai più alti vertici istituzionali, dirigenti, mondo della finanza e dell’imprenditoria, intrecciati a politica massoneria e ndrangheta. Un giro d’affari di svariati milioni. Disposti con sentenza i risarcimenti per i clienti truffati dalle banche; oltre un centinaio gli indagati e rinviati a processo. Dalle risultanze investigative emergono nomi apicali di peso inseriti nel business milionario dei diamanti. Complicità, diramazioni estese anche verso politica e massoneria, ndrangheta e lo IOR.

A luglio 2022 arriva il licenziamento del Bertini per aver denunciato le gravi irregolarità nella nella vendita di diamanti ai clienti di Mps.

Nel frattempo, lo scorso 10 marzo, in ritardo di diversi anni, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato in esame definitivo il Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937 relativa alla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione, comunemente nota come Direttiva Whistleblowing. La finalità della direttiva è disciplinare la protezione dei whistleblowers all’interno dell’Unione europea, fornendo norme minime di tutela per uniformare le normative nazionali. La tutela prevista dalla normativa europea in materia di whistleblowing non fa distinzione tra il settore pubblico e privato, e le misure di protezione si estendono anche ai cosiddetti “facilitatori” (ovvero coloro che prestano assistenza al lavoratore nel processo di segnalazione), ai colleghi e persino ai parenti dei whistleblowers. La Direttiva fa riferimento alle violazioni del diritto dell’Unione con lo scopo di tutelare l’interesse pubblico. Inoltre, la direttiva prevede che la tutela sia prevista anche in caso di segnalazioni o divulgazioni rivelatisi poi infondate, qualora il segnalante abbia avuto fondati motivi di ritenere che le violazioni fossero vere. Le segnalazioni possono essere effettuate attraverso tre diversi canali di segnalazione: interni, esterni e pubblici. La direttiva prevede che possa beneficiare delle tutele anche chi effettua la segnalazione mediante la divulgazione pubblica, a patto che sia stato preliminarmente utilizzato il canale interno o esterno, ma non vi sia stata una risposta appropriata; o che non siano stati utilizzati i canali interni o esterni per rischio di ritorsione o per inefficacia di quei sistemi. La Direttiva sul whistleblowing prevede inoltre che tutti gli enti pubblici debbano dotarsi di canali di segnalazione interni, con possibilità di esonero per i comuni con meno di 10.000 abitanti e per gli enti pubblici con meno di 50 dipendenti. Inoltre, gli enti privati con più di 50 dipendenti, nonché quelli che operano in determinati e specifici settori, indipendentemente dal numero di dipendenti, devono dotarsi di canali di segnalazione interni. La tutela del whistleblower implica la garanzia della riservatezza del segnalante, il divieto di atti ritorsivi e la previsione di una giusta causa di rivelazione di segreti che può esonerare il lavoratore da responsabilità civile e penale. La tutela cessa in caso di segnalazioni infondate effettuate con dolo o colpa grave.

Il 27 marzo scorso, il TAR annulla il provvedimento di Bankitalia con il quale il funzionario veniva destituito: la procedura di licenziamento dell’ex funzionario della Vigilanza è illegittima. Durante l’udienza della Commissione di disciplina della Banca d’Italia non gli fu infatti permesso di ricevere l’assistenza di un legale. Nemmeno 24 ore dopo, Bankitalia trasmette fulminea comunicazione in senso negativo, non ritenendo opportuno provvedere al reintegro lavorativo del funzionario e procedendo quindi per la sospensione cautelare con effetto immediato, per gravi motivi. “Per non turbare la necessaria serenità dell’ambiente lavorativo”.
Una vicenda grottesca e distopica in cui si punisce l’unico che denuncia e mantiene la via dell’onestà. Un uomo che sta rischiando la vita, prima del posto di lavoro, invitato più volte a non riaffacciarsi in quei corridoi e a fare silenzio. Eventi che lasciano intravvedere oscure dinamiche e fitti interessi. Nell’assordante silenzio di politica e istituzioni tutte.

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