Aereo malese, “sbagliato il luogo delle ricerche”
Annuncio choc dell’Agenzia che coordina le ricerche: “Il Boeing non è nella zona dove finora è stato ricercato”. Il mistero s’infittisce mentre le ricerche dovranno ripartire da zero
Diventa ancora più fitto il mistero del volo MH 370, il Boeing 777 della Malaysia Airlines scomparso con 239 persone a bordo l’8 marzo.
Secondo quanto riferisce l’agenzia australiana che coordina le ricerche, la Joint Agency Coordination Center, finora il relitto dell’aereo sarebbe stato ricercato nel luogo sbagliato. Seguendo i “ping”, ovvero i segnali delle scatole nere, era stato individuato un quadrante di 850 chilometri quadrati al largo delle coste australiane nel quale doveva essersi inabissato l’aereo. Dopo aver scandagliato tutta l’area, anche con un minisottomarino, e non aver trovato nulla, la conclusione a cui sono giunti gli esperti è che in quella fetta di Oceano Indiano non c’è nulla. È probabile che i segnali intercettati, ha riferito un membro della US Navy, la Marina americana, scambiati per quelli inviati dalle scatole nere, siano stati originati dalla strumentazione di qualche nave, magari proprio da una di quelle usate per le ricerche.
A questo punto si dovranno rileggere i dati satellitari e nuove ricerche, con il supporto anche di alcune società private, avranno inizio probabilmente tra luglio e agosto in una vasta area di 56 mila chilometri quadrati (grande quanto Piemonte e Lombardia). La Cina, il Paese che conta più vittime, ha annunciato che utilizzerà nuovi mezzi e nuove tecniche per la ricerca dell’aereo.
Inutile dire che l’annuncio dell’Agenzia australiana non fa che rinfocolare le polemiche di chi sostiene che non tutta la verità sia stata raccontata sul volo MH 370. In particolare i sostenitori di tesi alternative puntano il dito contro il Governo malese reo, a loro dire, di aver intralciato le ricerche forse per coprire qualcuno. C’è chi sostiene, infatti, che il Boeing sia stato abbattuto per sbaglio e che a Kuala Lumpur si voglia insabbiare tutto.
