Pubblicato: lun, 18 Nov , 2013

“Stop transfobia!”, manifestazione contro tutte le discriminazioni

Mobilitazione nazionale in occasione della Giornata Internazionale per le Vittime Trangender, per chiedere interventi legislativi efficaci contro l’omo/transfobia

 

1456707_680901041928937_279750047_nIl 20 novembre si celebra il Transgender Day of Remembrance (TDoR), la Giornata Internazionale per le Vittime Trangender, che ricorda le persone transessuali e transgender uccise dalla miscela letale composta dall’odio che arma la mano che le ha colpite e dal pregiudizio che può trasformare certe indagini in fascicoli di serie B, insoluti e archiviati per destino.

Così fu per Rita Hester, assassinata nel 1998, nel cui nome si celebrò a San Francisco il primo Candle Light, il 20 novembre 1999: da allora, questa data è divenuta il simbolo internazionale della lotta contro la transfobia, il pregiudizio contro le persone transessuali e transgender, che può nutrire la violenza assassina, nelle sue punte estreme, così come il disprezzo, la diffidenza, la discriminazione che mortifica la vita delle persone T* nella vita di tutti i giorni.

Le persone transessuali e transgender testimoniano con le loro esistenze, per il solo fatto di essere se stesse/i/*, ciò di cui sempre più ampie parti della comunità scientifica e della società stanno lentamente prendendo atto: la logica binaria che divide il mondo in maschile e femminile, normale e patologico, sanità e malattia, è una gabbia che segrega e insieme rinuncia a comprendere la complessità degli esseri umani. La logica binaria, maschio-femmina, omosessuale-eterosessuale, uomo-donna lascia fuori la ricchezza delle differenze tra esseri umani. A chi serve realmente? Quale ordine difende, se non quello fondato sul dominio e sulla paura del diverso, quello stesso che informa il razzismo, il sessismo, l’omofobia. «Le armi per combatterlo crediamo siano le stesse, la lotta per l’autodeterminazione, la conoscenza contro l’ignoranza e il pregiudizio. In questa direzione, il TdoR quest’anno assume con forza la campagna europea “STOP2012” per la depatologizzazione e l’eliminazione del transessualismo dal DSM, così come da tutti i manuali diagnostici».

In occasione del Transgender Day of Remembrance, il 20 novembre 2013 è indetta una giornata di mobilitazione per chiedere ad alta voce interventi legislativi efficaci contro l’omo/transfobia. La legge licenziata qualche settimana fa dalla Camera, infatti, è totalmente inefficace, svuotata di senso dall’emendamento Verini e dal subemendamento Gitti che contengo inaccettabili eccezioni per l’applicazione della legge Reale-Mancino ai crimini d’odio di matrice sia omo/transfobica che di natura razziale, etnico e religiosa (avendo efficacia su tutto il corpo della legge Reale-Mancino): tali emendamenti stabiliscono che non siano discriminazione le condotte “assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto”, eliminando dai campi di applicazione della legge i luoghi istituzionali verso cui un’azione concreta dello stato dovrebbe indirizzarsi.

«Chiediamo dunque che il Senato calendarizzi al più presto la discussione su questa legge, che essa sia modificata con la cancellazione di questi assurdi emendamenti e con l’inserimento di nuove norme che prevedano un’azione preventiva tramite corsi di formazione per gli operatori sanitari e del mondo della formazione tutto (scolastico e non): riteniamo infatti che una legge che agisca unicamente sulle violenze non sia realmente efficace, essendo necessaria per contrastare l’odio omo/transfobico un’ampia azione nel linguaggio, nella cultura, nel sentire comune, una vera e propria rivoluzione che aiuti le persone più fragili a non sentirsi sole e disperate, affinché finalmente si accettino le diversità come ricchezza. La lotta alla transfobia e all’omofobia è una questione di diritti umani che riguardano tutte le cittadine e tutti i cittadini di questo Paese. Un Paese in cui i diritti non sono diritti per tutti, un Paese che non tutela tutti i suoi cittadini alla stessa maniera, un Paese che non sa valorizzare le differenze, non è un Paese civile».

 

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