Pubblicato: Mar, 31 Ago , 2021

SI CHIAMA SQUADRISMO

Soffiare sul fuoco delle proteste antistato dei no vax, no mask, no green pass è interesse comune di Mefie e organizzazioni neofasciste.

     Si, chiamiamo le cose con il loro nome, le aggressioni alle quali stiamo assistendo in questo periodo sono azioni squadristiche. Incanalare ogni forma di protesta in rifiuto dello stato è cosa semplice per chi ha imparato ad usare le forme di comunicazione ed i social in maniera efficace. Peccato che vedere in piazza chi grida “libertà, libertà” con il braccio teso con il saluto romano non coincida con lo slogan.

La libertà è un diritto del singolo, faccio quello che ca… mi pare, o è un valore della collettività? La domanda non avrebbe bisogno di risposta se non vivessimo nel periodo del trionfo della demagogia. Intanto, senza entrare nel merito delle motivazioni dei tanti movimenti, no green pass, no mascherine, no vax con tutte le varie denominazioni che proliferano ogni giorno cerchiamo di comprendere cosa sta accadendo.

Giornalisti aggrediti e picchiati, i medici eroi nel 2020 oggi minacciati, ambulanze prese a sassate e centri vaccinali bruciati, virologi ed epidemiologi inseguiti per strada e le loro famiglie minacciate, liste di proscrizione con indirizzi e numeri di telefono pubblicati in rete per aumentarne minacce ed aggressioni, tutto questo è in nome della libertà?

Chi ha qualche anno in più ricorderà quando negli anni 60/70 le squadracce arrivavano davanti le scuole e nelle università. Bastava soltanto essere un sincero democratico, partecipare ad un volantinaggio o raccogliere le firme per i referendum del divorzio o dell’aborto per essere messo sotto tiro, chi di questi viveva nelle grandi città ricorderà come fosse quasi proibitivo passare da certi quartieri presidiati dai neo fascisti. Il sottoscritto ricorda ancora la scritta comparsa di fronte al portone di casa, “Sulis attenti forza nuova vi rompe i denti”, ma grazie alla efficiente vigilanza antifascista, oggi scomparsa, a parte gli interventi del nostro amico dentisti le nostre dentature sono ancora integre.

Da allora ad oggi la sottovalutazione del fenomeno con la mancata applicazione della costituzione hanno consentito a gruppi di estrema destra di proliferare indisturbati. L’arretramento delle forze della sinistra hanno permesso a gruppi della destra sociale d’impadronirsi di slogan, pratiche e modalità di protesta che erano proprie dei movimenti di protesta degli anni 70. I risultati sono sotto gli occhi di tutti con le manifestazioni tema covid cavalcate e spesso guidate da casa Pound, Forza nuova e gruppi di ultras che in questi anni hanno fatto diventare gli stadi, zona franca, palestre d’addestramento allo scontro con le forze dell’ordine.

Ma a chi giovano questi movimenti consapevoli o inconsapevoli?

Dai sondaggi risulta evidente che mentre in piazza c’è chi fa il gioco sporco c’è chi tra i partiti in doppio petto o con le felpe, cresce. Ma chi raccoglie più consensi, specie nei quartieri del sud è la mafia che approfittando dell’inefficienza burocratica dello stato è stata la prima a dare sostegni finanziari a commercianti e piccoli imprenditori facendo affari con l’usura. E’ la mafia che ha dato i sacchetti con i viveri alle famiglie bisognose triplicando i propri consensi. Anche le mafie come i gruppi dell’estrema destra stanno lucrando come mai sul malcontento fomentando le proteste antistato, e chi può essere più antistato delle mafie?

Dittatura sanitaria, green pass scritto con il simbolo delle SS naziste, gli slogan antisistema acchiappano, anche se in minima parte, in ambienti della sinistra che più moderati sostengono d’essersi documentati. C’è ora l’ultimo gruppo arrivato su Telegram “basta dittatura”, eppure basterebbe solo usare il vecchio buon vocabolario per documentarsi e ricordarsi il significato di dittatura, ma potrebbe anche bastare il racconto di chi è stato nei campi di concentramento nazisti o sentire le interviste di chi in questi giorni scappa dall’Afganistan.

 

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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