Pubblicato: mer, 8 Set , 2021

SALVARE PALERMO: DAI PALEMITANI?

Dovremo rassegnarci all’umoristica interpretazione della statua di Carlo V che qualcuno dice indichi con la mano l’altezza della munnizza?

 

Leggere i commenti dei turisti, specie quando si tratta di noti personaggi che elogiando il nostro patrimonio contemporaneamente ci bacchettano duramente sui loro frequentati social, è mortificante.

Senza voler scomodare Ghoete che già nel 700 raccontava di camminare su morbidi cumuli d’immondizia lungo il Cassaro, la pulizia della città è da sempre oggetto di discussione e di rimbalzo d’accusa tra gli incivili che sporcano e le istituzioni che non mantengono pulito. C’è poi chi attribuisce la responsabilità al menefreghismo dei lavoratori della municipalizzata, chi alla mancanza di mezzi, altri ancora invocano soluzioni tamponi come l’utilizza delle ore che i fruitori del reddito di cittadinanza dovrebbero mettere a disposizione della collettività, di certo c’è che la situazione è al tracollo. Senza distinzioni di colori politici le amministrazioni che si sono alternate non hanno mai risolto il problema, abbiamo assistito ai cambi di nome della società di nettezza urbana, così come alla girandola degli amministratori profumatamente pagati. Senza voler fare l’avvocato del diavolo credo che a parità d’efficienza la differenza la facciano i cittadini. Allontanandoci da Palermo e dintorni, compreso il paesaggio offerto ai nuovi arrivati nel tragitto dall’aeroporto alla città, troviamo cittadine e paesi esempio di pulizia dove si assiste piacevolmente a chi pulisce davanti l’uscio di casa e ne cura l’aiuola antistante. A Palermo? Nei tradizionali paini bassi si assiste a chi scopa la propria casa riversando tutto sul marciapiede proprio davanti la propria abitazione, per non parlare dei riquadri destinati agli alberi, qualcuno penserà di concimare le piante.  I luoghi della movida dove la sera è possibile bere o consumare per strada la mattina sono campi di battaglia con bottigliette, bicchierini e carta ovunque. Contro ogni discriminazione, le famose “zone bene” della città dove è previsto il riciclaggio non fanno eccezione, anzi, il rifiuto al rispetto delle regole si concretizza con il mancato conferimento e con l’abbandono dei sacchetti contenenti di tutto accanto le campane del vetro, nelle aiuole, negli angoli delle strade, o addirittura inseriti a forza nei cestini che invece dovrebbero accogliere solo i piccoli rifiuti dei passanti. Quando eccezionalmente, per qualche manifestazione o per qualche visita importante i rifiuti vengono rimossi, passa solo qualche ora per riportare tutto all’ordinaria “normalità”. E i rifiuti ingombranti? Prova fatta, basta chiamare il numero verde o inoltrare la richiesta tramite il sito per avere l’appuntamento per il ritiro gratuito. Ma questo è un diritto dei pochi fessi chi pagano la tassa dei rifiuti, quindi? Se sei un furbetto evasore o uno che non vuole avere seccature basta chiamare l’abusivo che per qualche decina di euro ti toglie l’ingombro scaricandolo, sempre abusivamente, al primo angolo di strada o meglio nel quartiere periferico residenza degli incivili, questo, ovviamente ad “insaputa” del benpensante che così potrà continuare a indignarsi per la mancata pulizia della città.

Dovremo rassegnarci all’umoristica interpretazione della statua di Carlo V proprio sul Cassaro che qualcuno dice indichi con la mano l’altezza della munnizza? La risposta è no, a parte le prossime elezioni comunali qualche provvedimento da prendere potrebbe esserci, ma visto che siamo nel ventennio di: libertà = faccio quello che mi pare…..

 

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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