Pubblicato: dom, 6 Lug , 2014

Trivellazioni nel canale di Sicilia:una questione ancora aperta

rainCosa accadrebbe in Sicilia se le piattaforme offshore nella costa Iblea fossero tutte autorizzate?

Hanno provato ad inscenarlo un gruppo di attivisti di Greenpeace sullo spiaggia di Mondello poco prima dell’arrivo della nave dell’associazione ambientalista nel porto di Palermo. Barili di petrolio e sagome di cartone adagiati sull’acqua,volti imbrattati, video e foto per un appello diretto a non “spirtusare il mare”. già due anni fa greenepeace aveva lanciato l’allarme e lo stesso Crocetta aveva firmato l’appello salvo poi siglare lo scorso 4 giugno un protocollo di intesa tra la Regione Siciliana e Assomineraria, Eni, Edison e Irminio per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio presenti nel Canale di Sicilia. il mare potrebbe essere presto svenduto ai petrolieri per ritorni economici esigui e con danni per epsca e turismo notevoli. Tra l’altro sottolinea Alessandro Giannì, direttore delle campagne greenpeace Italia, in conferenza stampa sulla “Rainbow Warrior” a Palermo(ancora visitabile fino alle 19 di stasera) la stessa regione siciliana aveva dato parere contrarioal progetto. con quella firma invece del governatore, il pericolo di facili autorizzazioni si fa pressante. L’appello adesso è rivolto alle azioni concrete dei comuni strettamente interessati, lasciandosi alle spalle vuote parole di adesione. L’azione di Greenpeace contro le trivelle è inserita nel tour “Non fossiliziamoci” che ha portato su 4 dei porti nazionali più importanti la nave per dire no alle fonti fossili e far conoscere la nuova Rainbow Warrior.

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