Pubblicato: lun, 6 Apr , 2015

Strage Moby Prince, Luchino Chessa chiede che siano aperti gli archivi di Stato.

Il prof. Luchino Chessa, figlio del comandante del Moby Prince Ugo Chessa, continua a chiedere a Renzi tramite lettera, di sostenere la commissione d’inchiesta, il premier però non risponde alle lettere.

di: Desirè Sara Serventi

Scende nuovamente in piazza per chiedere chiarezza sul disastro del Moby Prince, il Prof. Luchino Chessa, figlio del comandante del Moby Prince, Ugo Chessa e si fa portavoce dei familiari delle vittime della strage del traghetto. Fa sapere Luchino Chessa, che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, non ha mai dato risposta ad alcuna lettera da lui inviata. Intanto però il professore, non demorde e invia una nuova lettera, nella speranza che vi sia una risposta da parte del premier. Nella lettera Chessa, chiede che siano resi pubblici tutti i documenti dello Stato che in qualche modo possono essere utili alla verità.

Lettera di Luchino Chessa a Renzi

moby-prince3_okCarissimo Presidente Renzi, il 10 aprile si avvicina inesorabilmente anche quest’anno e come ogni anno a Livorno si terrà la cerimonia di commemorazione delle vittime della strage del Moby Prince. Sono passati ventiquattro anni dalla tragedia e ancora noi familiari attendiamo di sapere la verità nella speranza di una giustizia che plachi la nostra rabbia. E’ assurdo che molti di noi abbiano convissuto una buona parte della loro vita con una storia drammatica e assurda, quasi incredibile, dove il legittimo diritto di avere giustizia si scontra quotidianamente con indagini superficiali e processi inutili. Forse dopo tanti anni qualcosa sta cambiando e, come lei sa, in Senato sta andando avanti una proposta di legge che istituisce una commissione di inchiesta parlamentare e noi familiari non ci siamo mai sentiti così vicino al risultato di avere a disposizione uno strumento politico che possa fare luce sugli innumerevoli dubbi della vicenda. Come più volte le ho scritto, oltretutto senza un cenno di risposta, le chiedo gentilmente un suo pubblico appoggio alla nascente commissione d’inchiesta, chiedendo però di renderla permanente e se possibile bicamerale, visto che alla Camera esiste un’analoga proposta di DDL a nome di Michele Piras. Non capisco il suo silenzio, non capisco perché non può spendere anche poche parole che danno un evidente sostegno a chi in Senato e alla Camera si sta impegnando in un importante passo politico, e che danno anche conforto e forza di andare avanti a noi familiari. E ancora perché continua con il silenzio dopo le nostre innumerevoli richieste di rendere pubblici tutti i documenti dello Stato che in qualunque modo possono essere utili alla verità, in una storia oltretutto torbida, dove le manomissioni le omissioni e i depistaggi hanno aiutato ad arrivare ad un nulla di fatto. Esistono le immagini satellitari di quella notte? Esistono tracciati radar? Esistono documenti di rapporti tra Stato e Nato su quella notte, considerando che a pochi chilometri da Livorno esisteva ed esiste una base NATO, Camp Darby e in rada a Livorno c’era un numero impressionante di navi militari e militarizzate americane? Esistono documenti di rapporti ENI SNAM e Stato che possono essere utili a capire la dinamica dell’incidente? Bastano poche parole “apriamo gli archivi di Stato anche per il Moby Prince” ma che danno un segnale importante del Governo riguardo a questa tragedia senza verità e giustizia.

Ci si auspica che il premier possa dare una risposta alle tante lettere inviate dal prof. Luchino Chessa, senza aver mai ricevuto una risposta.

 

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