Pubblicato: mer, 3 Feb , 2016

Lavoratori autonomi. Parte il tour per incrociare le lotte

Il mondo del lavoro è cambiato, anche per le libere professioni, ma la flessibilità moderna sembra essersi tradotta in povertà e non in opportunità. L’impegno di tutti, giornalisti freelance inclusi, è quello di cambiare la rotta.

Teatro Valle occupato. Foto di Mat Nardone

Teatro Valle occupato. Foto di Mat Nardone

Il lavoro non dipendente riguarda almeno 3,9 milioni di cittadini italiani professionisti a partita iva. Per gli iscritti agli albi professionali, poi, ci sono anche i balzelli degli ordini, delle casse di previdenza private, insomma tasse, tasse e pagamenti, con guadagni a fine anno ridicoli. Il censis racconta che un 40% di questa popolazione guadagna meno di 10 mila euro l’anno.  Ne hanno parlato ieri nel corso della trasmissione Ballarò, condotta da Massimo Giannini su Rai tre, avvocati, architetti, archeologi, interpreti e, perché no, anche i giornalisti. Il Governo Renzi ha capito che la questione sociale esiste e ha cercato di scrivere nero su bianco un decreto che è stato varato giovedì scorso, ma durante il percorso – ha sottolineato a Ballarò, Francesca Pesce di ACT, dentro la coalizione delle professioni, 27 febbraio, si sono persi molti pezzi ed ora occorre interloquire molto nella fase parlamentare. Insomma, il mondo del lavoro è cambiato strutturalmente, ma la flessibilità moderna, contemporanea direi,  sembra essersi tradotta in povertà e non in opportunità. L’impegno di tutti, giornalisti freelance inclusi, è quello però di invertire la rotta.

IL tour per incrociare le lotte
Lo hanno capito anche i sindacati. Infatti, perfino il grande moloch della Cgil nazionale, il 18 febbraio a Roma, con la Confprofessioni dedicherà ai lavoratori delle libere professioni, un convegno, la mattina, in piazza di Pietra, dalle 9 alle 13. Nel frattempo, è già partito da Milano il tour animato dalla coalizione 27 febbraio con l’hashtag LiberaCarta. La prossima tappa sarà Napoli, il 6 febbraio, seguirà il 14 Corridona (MC), poi,  il 17 febbraio toccherà a Roma, presso l’ Università degli Studi Roma Tre ed,  infine, il 25 febbraio a Padova, presso la Bios Lab in via Brigata Paola.

IL commento  al decreto del governo  dal sindacato Stampa Romana
Lo «Statuto del lavoro autonomo e professionale», è una novità per i lavoratori autonomi, sia per i freelance che per gli iscritti agli ordini professionali. Per la prima volta un governo si occupa di categorie di lavoratrici e di lavoratori fino ad oggi invisibili. È un riconoscimento all’ostinazione e alle competenze delle associazioni che in questi anni hanno affermato i diritti del lavoro autonomo e indipendente, riuniti anche nella Coalizione 27 Febbraio. Il Ddl prefigura per tutte le tipologie un regime fiscale agevolato più adeguato, prevede l’accesso ai fondi strutturali europei e agli appalti della P.A. da parte dei singoli professionisti, annuncia modifiche sulla riscossione dei crediti, aumenta al 100% la deducibilità delle spese per la formazione. Per le partite Iva iscritte alla gestione separata Inps prevede l’eliminazione del vincolo di astensione dal lavoro in caso di maternità e l’accesso alla relativa indennità, la sospensione dei versamenti contributivi in caso di malattia e l’incremento dell’indennità in caso di malattia grave, l’estensione dei congedi parentali. Così definito però, il Ddl trascura purtroppo la condizione degli iscritti agli ordini professionali, e in particolare degli autonomi iscritti alle gestioni separate dei singoli ordini professionali, nel nostro caso 40mila colleghi iscritti all’Inpgi 2, creando un doppio binario giuridico su una serie di diritti. Il segnale che arriva  è chiaro e l’Istituto di previdenza dei giornalisti (INPGI) deve pensare di allinearsi alle norme generali subito dopo le elezioni per il rinnovo di consiglio generale, CdA e Presidenza. Il Ddl dello Statuto del lavoro autonomo potrebbe essere l’occasione per porre, in un testo di valore generale, alcuni capisaldi, come ad esempio l’equo compenso. Con Stampa Romana – dichiara il segretario Lazzaro Pappagallo- abbiamo contrastato la norma penalizzante inserita nel vecchio contratto nazionale, poi disdetto dagli editori. Continueremo ad affermarne la necessità per la categoria, ma riteniamo ugualmente urgente che misure di equo compenso siano istituite in tutto il lavoro autonomo. Lo impone il drammatico ribasso dei compensi e dei redditi in corso da anni e il consolidamento di una realtà inquietante: il lavoro gratuito che riguarda 16.830 giornalisti «autonomi» (dati 2014) .-

In prospettiva, l’equo compenso andrebbe sostenuto da altre misure come l’estensione della Dis-coll anche ai colleghi freelance e parasubordinati disoccupati, senza trascurare misure ancora più radicali come il reddito minimo – Per il sindacato dei giornalisti laziali, Stampa Romana, occorre aggiungere alle importanti misure assunte dal decreto Renzi per l’accesso del singolo professionista, ai fondi europei e agli appalti e che muovono giustamente verso l’autoimprenditorialità, anche il rafforzamento dei diritti sociali.

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