Pubblicato: gio, 19 Dic , 2013

Giunto in Italia Palazzolo, il tesoriere di Cosa nostra

Estradato dalla Thailandia, riciclava i proventi del traffico di droga e sigarette

 

palazzolo_estrad_Fpolizia--400x300È arrivato questa mattina, poco prima delle 7, all’aeroporto di Milano-Malpensa estradato dalla Thailandia Vito Roberto Palazzolo, il tesoriere di Riina e Provenzano originario di Terrasini e ricercato in campo internazionale dai primi anni ‘90 per il reato di concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso. Deve scontare una condanna a nove anni di reclusione.

Fermato la sera del 30 marzo 2012 presso l’aeroporto internazionale di Bangkok da personale dell’Immigrazione thailandese, nell’ambito di un servizio di pedinamento e osservazione condotto da quelle Autorità, fu subito tratto in arresto. Palazzolo era infatti da tempo oggetto di particolare attenzione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia-Divisione Interpol che monitorava i movimenti migratori suoi e dei familiari, anche in collaborazione con il Segretariato Generale di Lione-Unità di ricerca latitanti. La consegna di Palazzolo alla giustizia italiana è stata possibile grazie alla sinergia interministeriale avviata tra il ministero degli Esteri, quello della Giustizia e il dicastero dell’Interno, che, ognuno per i propri ambiti di competenza, hanno instaurato una collaborazione con le Autorità thailandesi al fine di giungere alla positiva soluzione della vicenda.

Ad accompagnarlo in Italia c’erano i funzionari dell’Interpol che, dal marzo dello scorso anno, hanno seguito in Thailandia il complesso iter processuale per l’estradizione del manager siciliano. Una volta sbarcato a Malpensa, Palazzolo è stato preso in consegna dai capi delle sezioni Catturandi della squadra mobile e del nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo, Gianfranco Minissale e Pietro Calamusa, per essere condotto al carcere di Opera (lo stesso dove è rinchiuso lo stesso Totò Riina, oltre ad altri “illustri” boss, come Giuseppe Graviano e Francesco Schiavone, e il pentito Nino Giuffrè).

Le inchieste hanno accertato che il principale ruolo di Palazzolo è consistito, negli anni, nell’attività di “riciclaggio e pulitura” delle ingenti somme di denaro provenienti dai traffici di droga e dal contrabbando di sigarette. inoltre, è stato riconosciuto quale una delle più importanti figure di Cosa Nostra, nonché uno dei depositari dei suoi più importanti segreti, comprese le relazioni dei mafiosi di spicco con uomini delle istituzioni. Protagonista da almeno 20 anni delle dinamiche associative mafiose, con funzioni di cerniera con il mondo imprenditoriale, alfine di consentire la gestione e il reimpiego dei capitali acquisiti illecitamente, adesso il finanziere rischia di finire al 41 bis.

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