Pubblicato: gio, 27 Feb , 2014

Berlusconi compravendita di onorevoli, il Senato sarà parte civile

Ammesso il Senato, esclusa Italia dei Valori. Così si è espresso il Tribunale di Napoli  sulle richieste di costituzione di parte civile al processo sulla presunta compravendita dei senatori in cui sono imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola

Risparmio, primo ok Senato a tetto 30% voti fondazioniIl Senato della Repubblica sarà parte civile nel processo a Napoli sulla presunta compravendita di senatori che vede imputati l’ex premier Silvio Berlusconi e l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Con una ordinanza letta in apertura dell’udienza la prima sezione del Tribunale di Napoli ha accolto la richiesta che era stata avanzata in seguito alla decisione del presidente dell’assemblea di palazzo Madama, Piero Grasso, e sostenuta in aula dall’avvocatura dello Stato. Rifiutata, invece, dal Tribunale di Napoli la richiesta di costituzione di parte civile dell’Italia dei Valori, di gruppi di cittadini marchigiani e del Codacons, mentre è stata ammessa con riserva la costituzione di Forza Italia come responsabile civile. L’Idv, che era assistita dal suo ex leader Antonio Di Pietro, esce dal processo sulla base di una considerazione fatta dai giudici in riferimento all’attività di Sergio De Gregorio, figura centrale dell’accusa: De Gregorio, eletto senatore nel partito di Di Pietro, avrebbe ricevuto tre milioni di euro da Berlusconi per passare al centrodestra, ma il Tribunale ha sottolineato tuttavia che quando votò la prima volta con il centrodestra il senatore aveva già lasciato da oltre un anno l’Italia dei Valori e pertanto il partito non può sostenere di essere stato danneggiato.

Nella precedente udienza i pm Henry John Woodcock e Francesco Vanorio avevano chiesto l’ammissione al processo del Senato e l’esclusione di «tutti i partiti dalle udienze».

La prossima udienza è fissata per il 12 marzo, data in cui il Tribunale si pronuncerà sulle questioni preliminari sollevate dai difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Michele Cerabona e Niccolò Ghedini. Le eccezioni riguardano la competenza territoriale, che secondo la difesa spetta al Tribunale di Roma, e la insindacabilità del voto dei parlamentari. Si sono opposti alle questioni i pm Vanorio e Woodcock. I magistrati hanno sottolineato, tra l’altro, che i bonifici a De Gregorio erano versati a Napoli e che già la procura generale della Cassazione si era pronunciata sul punto, stabilendo la competenza dell’autorità giudiziaria partenopea.

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