Pubblicato: sab, 25 Gen , 2014

Assunzioni a Sicilia e-Servizi, Ingroia: “Sono indignato dalle accuse”

Ingroia si difende dalle accuse di assuzioni clientelari e dice che grazie alla partecipazione al 100% della Regione nella società ci sarà un risparmio di circa 10 milioni di euro all’anno
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Antonio Ingroia, commissario di Sicilia e-Servizi

“Senza il mio tempestivo intervento, la Regione siciliana oggi sarebbe alla paralisi”. E’ così che Antonio Ingroia, commissario di Sicilia e-Servizi, ha reagito alle accuse degli ultimi giorni che lo vedevano imputato per il passaggio alla Regione di 76 dipendenti dalla società privata Venture, di proprietà delle aziende Accenture ed Engineering, alla partecipata Sicilia E-Servizi, di cui è commissario, che si occupa di gestire il servizio informatico degli uffici della Regione Sicilia.

L’ex magistrato ha deciso di replicare a chi lo accusa di avere fatto rientrare uomini vicini all’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, in galera per mafia. Tra questi anche la figlia di Stefano Bontade, capomafia ucciso nel 1983. «Il punto non è né essere figli di o essere raccomandati da tizio o caio. Il punto è se hai competenze per questa azienda. Queste sono le domande a cui dovrà rispondere questa commissione».La commissione di cui parla Ingroia è chiamata a verificare se questo personale abbia i requisiti per essere riassorbito e se il socio privato abbia provveduto a formarlo con 66 milioni di euro. Per quattro mesi i dipendenti saranno monitorati da super esperti che verificheranno le capacità professionali di queste persone che dovranno maneggiare dati anche estremamente sensibili. “Non è che voglio fare lo sbirro a Sicilia e-Servizi – aggiunge l’ex procuratore – ma dobbiamo verificare che non ci sia spazio per ulteriori spazi”. Ingroia, intanto, si difende dicendo che grazie alla partecipazione al 100% della Regione nella società ci sarà un risparmio di circa 10 milioni di euro all’anno.

“Se avessimo mandato a casa le professionalità al 22 dicembre come era previsto dal loro contratto – prosegue Ingroia – avremmo bloccato tutta la Sicilia perché senza informatica non si muove nulla: si fermano gli uffici, gli ospedali, i comuni, le province”. È per questa ragione che il commissario liquidatore nominato da Crocetta ha assorbito la Sicilia e-Servizi, società pubblica interamente partecipata dalla Regione. “Per questo – aggiunge il leader di “Azione civile” – ma anche perché negli anni per la formazione di queste persone sono stati spesi dalla classe politica oltre 66 milioni di euro: poco meno di un milione a persona. Abbiamo deciso di non mandare in fumo questi soldi”.

La Venture e Sicilia e-Servizi facevano prima parte di un’unica società, ma il governatore Rosario Crocetta ha deciso di rendere quest’ultima interamente pubblica. “Crocetta – prosegue l’ex pm – è stato il primo a denunciare tutto quello che, si sapeva da tempo, accadeva dentro Sicilia e-Servizi: sprechi, assunzioni e fondi europei investiti e mai rendicontati. Il presidente ha scelto me perché avevo le carte in regola per fare pulizia e riportare tutto in ordine seguendo la legge: ecco perché oggi mi fa sorridere, ma soprattutto mi indigna, leggere di alcuni politici che mi accusano di assunzioni clientelari e mi convocano urgentemente in Commissione Bilancio all’Ars. Sono io – dice Ingroia – che punto l’indice contro la stampa che non ha fatto informazione fino a oggi e contro i politici che adesso sembrano cascare dalle nuvole”.

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