Pubblicato: sab, 30 Nov , 2013

Alba Dorata, il sogno proibito di Casapound

Casapound ha promosso un incontro tra due esponenti del gruppo di estrema destra greco e i «fascisti del terzo millennio»

 

 

Militanti di Alba Dorata

Militanti di Alba Dorata

Se pensavate ad Alba Dorata come un gruppo di estrema destra, di ispirazione neonazista, vi state sbagliando, non hanno nulla a che vedere con Hitler, sono semplici nazionalisti. Parola di Apostolos Gkletsos, ex deputato, attuale portavoce e membro del Comitato centrale del partito greco di estrema destra che alle ultime elezioni ha preso il 7%.  Un risultato che ha il sapore di un sogno proibito per Casapound che ha accolto a Roma, Gkletsos e Konstantinos Boviatsos, anche lui militante di Alba Dorata e responsabile di Radio Bandiera Nera Hellas, nella sede in via Napoleone III. Per chi non conoscesse Roma, siamo nel rione Esquilino, dove sorge sia la sede dei «fascisti del terzo millennio» sia il Museo storico della Liberazione dall’occupazione nazifascista di Roma. Un accostamento che racchiude nello stesso quartiere due letture diverse della Storia, due modi di intenderla troppo differenti per trovare un accordo.

Ieri sera ad accogliere i rappresentanti di Alba Dorata c’erano giovani e meno giovani appartenenti a Casapound. Tra loro c’è chi prevede nel prossimo futuro una rappresentanza politica come quella del partito greco ma il candidato governatore alle scorse regionali del Lazio, Simone Di Stefano, placa le velleità di conquista del potere. Probabilmente sarà quel 0,7% raccolto lo scorso febbraio a farlo concentrare sull’incontro e rimandare i sogni di gloria con retrogusto nostalgico al futuro: «In Europa Alba Dorata è diventato uno spauracchio, tutti ne parlano ma pochi si premurano di capire davvero cosa sia. Abbiamo invitato due dirigenti di questo movimento per capire cosa sta accadendo a pochi chilometri dalle nostre coste. Forse, domani accadrà anche a casa nostra».

Potrebbe suonare come una minaccia per chi teme la deriva dei movimenti nazionalisti che si fanno largo tra gli elettori con il populismo, trovando terreno fertile soprattutto in quei Paesi dove le condizioni economiche della popolazione si fanno sempre più drammatiche. L’Italia ha tutti questi requisiti, manca ancora un partito estremista che abbia questi numeri ma non è sufficiente per abbassare la guardia e lasciarsi trascinare dalla demagogia.

«Al primo posto – dice Gkletsos- per noi c’è sempre stata la difesa della Nazione e della nostra razza». Il Museo della Liberazione che si trova all’Esquilino, è nato per ricordarci che frasi come questa le abbiamo già sentite. Anche un ometto baffuto all’inizio della sua sciagurata ascesa al potere, si definiva soltanto un nazionalista.

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