Acqua. No alla pregiudiziale costituzionale.
La legge sull’acqua pubblica prosegue il suo iter verso l’approvazione che dovrà avvenire entro il 12 agosto.
Si scrive acqua, si legge democrazia. È questo lo slogan che accompagna anni di lotte per l’acqua e che anche dopo il successo referendario del 2011, quando il popolo italiano si è espresso per l’acqua bene comune, riappare davanti il parlamento siciliano. Ci sono le leggi da far passare, interessi dei privati da smantellare in nome del diritto all’acqua come risorsa collettiva.
In Sicilia si potrebbe ottenere un gran primato in questi giorni. Se il testo di legge di iniziativa popolare e consiliare per la ripublicizzazione dell’acqua fosse approvato, farebbe della regione, la prima a dare seguito al risultato del referendum di 4 anni fa. I promotori si sono ritrovati sotto i balconi del Palazzo Reale, per un sit-in, insieme a pochi altri cittadini con cui hanno seguito in diretta streaming la discussione mentre i sindaci hanno seguito in aula. Curiosità e tensione per questo momento così atteso da chi ha speso anni a sostenere la causa e da chi spera ancora di vedere questa nostra terra voltare pagina, prendersi l’autonomia che da tempo disdegna e spreca e affermare con forza il diritto fondamentale all’acqua, disprezzando manovre neoliberiste nazionali come lo “Sblocca Italia”. Non di certo l’autonomia che ha in testa l’Mpa, partito che ha presentato una pregiudiziale sulla legge, rischiando di far naufragare il suo viaggio. In sala d’Ercole sembrava di stare al centro del ring, tra Crocetta che con tono di rimprovero scoraggiava gli emendamenti cercando di conquistare il ruolo di paladino di democrazia (si teme che possa affibiarsi il merito di una legge che porta la firma dei siciliani) e chi insisteva per l’incostituzionalità.
Dopo una votazione segreta, i deputati dell’Ars hanno respinto la pregiudiziale decidendo cosi di iniziare la discussione degli articoli. “Il primo scoglio è stato superato – dice Antonella Leto, coordinatrice del forum siciliano per l’acqua pubblica- non ci aspettavamo che proprio il partito per l’autonomia ostacolasse una legge che dà atto allo statuto autonomo siciliano, daranno spiegazioni ai loro elettori”.
Con 250 emendamenti soppressivi, privati che remano contro, la legge è ancora appesa ad un filo ma i primi risultati danno speranza. “L’azione preventiva che abbiamo fatto sul governo, ha portato crocetta in aula, che si è esprsso totalmente a favore e di questo siamo felici” – continua la Leto. Resta l’incognita su questo governo dato che la maggioranza e l’Assessore all’Energia Vania Contrafatto, hanno dubbi sulla legge, mentre Crocetta la sostiene. Rivendicare la propria autonomia, ridare voce ai cittadini è questa la sfida che la sicilia giocherà nei prossimi giorni. Si scrive acqua, si legge riscatto.