Pubblicato: gio, 4 Giu , 2015

A rischio la trattativa tra Farc e governo della Colombia.

Sarebbe necessario dimostrare la buona volontà reciproca di addivenire alla pace.

– di: Herminda Rubiano –

Nonostante continuino gli scontri armati tra guerriglieri e forze governative in Colombia, proseguono tuttavia le conversazioni per un accordo tra le parti belligeranti.

Gli incontri tra i rappresentanti governativi e gli uomini delle Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) sono cominciati a L’Avana nel 2012. Altre volte, nel corso di mezzo secolo di guerriglia, si è parlato di tentativi di dialogo tra le parti in lotta. Per alcune opinioni si evincerebbe che perfino nel 1989 Luis Carlos Galan, se fosse stato eletto nelle votazioni di quell’anno, avrebbe potuto incamminarsi su questa strada. Definito “l’uomo del cambiamento” per la sua ferma presa di posizione contro i legami economici e politici di alcuni esponenti del governo con i boss del narcotraffico e con i gruppi paramilitari, fu assassinato il 18 agosto 1989 di fronte ad una folla di 20.000 persone radunate per un comizio nel corso della campagna elettorale.

Però adesso i colloqui hanno ottenuto alcuni risultati che potrebbero far sperare. Le parti hanno raggiunto un consenso su tre punti dell’agenda pattuita: la restituzione integrale delle terre confiscate, lo sminamento degli ordigni sparpagliati un po’ ovunque, la legalizzazione delle droghe, come peraltro è già avvenuto, ad esempio, in Uruguay.

Su altri punti chiave permangono le distanze, come per quel che riguarda le riparazioni a favore delle vittime del conflitto e i termini della pace che includono la consegna delle armi, la smobilitazione e la reintegrazione sociale e politica degli insorti.

donnaE’ di questi giorni la notizia dei ripetuti appelli dell’avvocatessa colombiana Piedad Còrdoba, paladina dei diritti umani, per una cessazione totale delle ostilità belliche, affinchè venga ridotto l’impatto del conflitto armato e con ciò si dia maggiore credibilità agli sforzi a favore della pace. L’ex esponente del Congresso colombiano ha detto di ritenere, come gesto di buona volontà, auspicabile accogliere la richiesta dei portavoce delle Farc sulla presenza al tavolo della concertazione del guerrigliero Simon Trinidad; egli sconta una condanna a 60 anni nelle carceri statunitensi. L’avvocatessa Còrdoba considera improduttivo continuare il dialogo mentre si prosegue la guerra: la persistenza del contrasto armato fa dubitare sulla volontà di una effettiva pacificazione. E la Còrdoba ha ricordato che tanto i paesi garanti del processo di pace, Cuba e Norvegia, quanto numerose organizzazioni sociali radicate sul territorio hanno chiesto un cessate il fuoco bilaterale per diminuire le vittime tra la popolazione civile e generare un clima di fiducia che favorisca la distensione. “Altrimenti il processo di pace rischia di saltare”, hanno detto concordemente.

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