Pubblicato: mar, 17 Dic , 2013

Accordo Germania-Italia per la creazione di un atlante delle stragi nazi-fasciste

Parte il percorso che porterà a stabilire la verità storica e le responsabilità giudiziarie degli eventi avvenuti nell’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale

 

Carlo Smuraglia, Presidente ANPI

Carlo Smuraglia, Presidente ANPI

Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza, è il luogo prescelto per dare il via al progetto biennale che ha lo scopo di creare un atlante delle stragi nazifasciste perpetrate ai danni della popolazione civile nel nostro Paese. Il progetto, promosso dall’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia e dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, trova compimento grazie al finanziamento del ministero degli Esteri della Repubblica federale di Germania e placa le critiche piovute addosso alla sentenza emessa nel febbraio del 2012 dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. La Corte dell’Aja aveva respinto la richiesta di risarcimento avanzata dall’Italia per le stragi nazi-fasciste avvenute tra il 1943 e il 1945, spiegando che data la mancanza di continuità fra il Terzo Reich e la Repubblica federale tedesca, il governo tedesco non era tenuto al risarcimento. Una sentenza che venne accolta in maniera critica dall’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia che da quel momento hanno continuato la loro battaglia perchè venissero censite le stragi ai danni di civili italiani compiute dalle forze armate del Terzo Reich e dai militari della Repubblica sociale italiana. Un lavoro difficile, dato che a distanza di settant’anni il bilancio della guerra partigiana oscilla tra le 10mila e le 15mila vittime civili ma che non sembra scoraggiare Paolo Pezzino, il docente dell’università di Pisa a capo del comitato scientifico che realizzerà l’atlante: «Sarà una ricerca basata su molteplici fonti. Utilizzeremo i dati raccolti dai gruppi di lavoro costituiti dagli atenei delle regioni italiane più colpite dalle stragi e la banca dati della Commissione storica italo-tedesca, ma – continua Pezzino – anche le indagini effettuate all’epoca dagli Alleati e gli atti della commissione parlamentare d’inchiesta della XIV legislatura».

Un progetto che riscontra il favore dell’Anpi per più motivi: «Non significa solo chiedere conto ai tedeschi dei crimini di cui si macchiarono le Ss e la Wehrmacht, ma anche spingere il governo italiano a spiegare perché tanti documenti relativi ai militanti della Repubblica di Salò siano scomparsi per anni, salvo ricomparire quand’era ormai troppo tardi. La commissione – spiega Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi – parlamentare istituita per affrontare questi temi ha terminato il proprio lavoro nel 2006, ma senza riferire nulla in aula. Bisogna far luce su molti punti»

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