Pubblicato: sab, 14 Dic , 2013

Milazzo, il presepe della ribellione

Sicivilizziamoci: il potere delle parole e un castello pieno di storie.

1466254_648540665196400_1857109683_n<- Negli archivi impolverati della nostra biblioteca democratica si nascondono espressioni bellissime ma purtroppo cadute in disgrazia. Una di queste è Senso Civico che Tullio de Mauro definisce “la coscienza che il cittadino ha dei propri doveri e quindi anche delle proprie responsabilità nei confronti dello stato e della comunità.”

Rispolveriamo un po’di lessico: Senso Civico è il filo roso che collega l’esercizio del potere da parte del popolo, la Democrazia appunto, ai Beni Comuni, quel patrimonio pubblico inestimabile che è di tutti e di nessuno in esclusiva.

Fortunatamente tra di noi si nascondono dei feticisti delle parole che preservano il linguaggio dallo scorrere del tempo e  danno nuovo vigore a queste locuzioni ormai cadute in disuso.

Sono loro che ci spiegano che riconquistare il senso civico, vuol dire riconquistare i luoghi della nostra memoria, riconquistare dignità di cittadini, rubare spazi al degrado, costringere la politica ad uscire dai palazzi e a ricominciare a dialogare con le persone.

Ed è quello che è successo a Milazzo, comune del Messinese, dove qualche intraprendente cittadino ha osato sfidare gli acari e ha soffiato via la polvere da questi libroni abbandonati, estraendo questa espressione e parafrasandone il significato. Nella meraviglia generale dei cittadini accorsi, si è deciso di applicare il concetto teorico alla situazione contingente: è così che il più grande e (concedetemelo) più bel castello della Sicilia, per oltre trent’anni in balia dell’incuria e della mala gestione politica, viene rimesso in sesto, riaperto e restituito alla cittadinanza. Niente di complicato: un professore che si improvvisa politico, un direttore di un teatro che si improvvisa giardiniere, una mamma che si improvvisa elettricista e tutto diventa possibile. La risposta convinta del territorio, la partecipazione entusiasta di un numero sempre maggiore di volontari, i successi riscossi dagli eventi organizzati, hanno fatto tutto il resto.

In questa euforia collettiva il Castello è diventato l’emblema di una città che risorge dalle ceneri di un dissesto che è economico ma non sociale. Senza alcun finanziamento pubblico ma con una gran voglia di fare si sta creando un palinsesto da far invidia ai più grandi teatri e sale conferenza d’Europa. Un programma fittissimo di eventi e appuntamenti che culmineranno, durante le prossime feste natalizie,  in un mega-presepe vivente organizzato dai cittadini per i cittadini e che avrà, tra le attività artigianali principali, un laboratorio di cioccolato equosolidale che permetterà ai più golosi di produrre il cioccolato partendo dal seme del cacao.

Esiste il diritto alla vita, il diritto alla libertà ed esiste anche il diritto alla bellezza. Dobbiamo tornare ad innamorarci della nostra storia e capire che la democrazia reale esiste solo se c’è cultura e consapevolezza in chi vi partecipa. E’ questo il segno tangibile della volontà di non delegare a nessuno la salvaguardia di ciò che è pubblico, superando logiche di mero profitto attraverso la creazione di un progetto alternativo di gestione democratica e partecipata.

Un presepe,dunque, simbolo di rinascita culturale in cui associazioni culturali, scuole di danza, studenti, teatranti, pensionati, bambini e artigiani saranno pronti ad accogliervi e a trasmettervi il senso di una comunicazione realmente democratica. Questo Natale concedetevi del tempo per rispolverare le parole più belle del nostro vivere civile, per saperne di più -> http://compagniadelcastellomilazzo.it/2013/12/09/i-presepe-vivente-di-milazzo-progetto-e-collaborazioni/.

 

Martina Imbesi, Castello di Milazzo bene comune

 

 

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