Pubblicato: lun, 25 Nov , 2013

Una generazione incapace di esprimere il suo disagio

Cominciano le occupazioni e le proteste degli studenti di tutta Italia

 

 

Banksy

Sono arrivati i giorni autunnali delle manifestazioni studentesche, in tutto lo stivale da Torino a Palermo si occupano mense universitarie, facoltà e Scuole superiori. Salvo qualche caso, si susseguono gli stessi slogan e gli stessi contenuti ormai sviliti dalle proteste talvolta strumentali di qualche scansafatiche o “fancazzista”, deprecabile definizione usata da Mario Adinolfi in un suo recente post.

Il susseguirsi di tagli indiscriminati mascherati da riforme, che hanno contribuito allo smantellamento del sistema sapere in Italia, sta producendo conseguenze ben più nefaste del progressivo impoverimento culturale del nostro paese. Giovani sfiduciati, senza un futuro, incapaci di organizzare la propria rabbia diventano protagonisti di pratiche di lotta dal retrogusto antico ma che li rendono di fatto poco credibili e quindi inascoltati a fronte della loro inconsapevolezza. Qualcuno spiega e prova ad argomentare le ragioni delle agitazioni, ma escluse le vertenze concrete legate al diritto allo studio si parla in maniera generica di tagli e di larghe intese, non ci si organizza, non si elabora non si propone.

La realtà oggi ci dice che il debito pubblico è alle stelle, la pressione fiscale e fuori da ogni parametro europeo se non quello dell’austerità forzata per coprire banchieri e bancarottieri vari. Perfetto, questo è sotto gli occhi di tutti e chi non vuol sentire certamente non si sveglierà dal torpore guardando  le scuole occupate. Occorre un salto di qualità, con lo spirito e l’energia di chi comanda e controlla la propria rabbia di giovane senza futuro, per passare ad una nuova fase propositiva che possa fare da collante per ricongiungere il patto generazionale venuto meno negli ultimi anni.

Il timore come sempre è che questo grido rimanga inascoltato, grazie alla complicità di media e di una politica da tempo sorda ai  bisogni reali della gente.

Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza. (A. Gramsci)

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