Pubblicato: ven, 11 Ott , 2013

Comincia l’autunno degli studenti

Manifestazioni e cortei in tutta Italia contro il decreto scuola

 

 

manifestazione_studentiStudenti in mobilitazione in diverse piazze italiane. “Si legge scuola, si scrive futuro”: questo, lo slogan della Rete degli studenti medi. Le varie sigle studentesche chiedono oggi maggiori investimenti per scuola e università, manifestando apertamente la loro contrarietà al decreto scuola, assolutamente inadeguato rispetto al bisogno evidente di investimenti del sistema scolastico italiano.

Da Milano a Palermo si rivendica nelle piazze la necessità di una legge per il diritto allo studio nazionale, che possa realmente risolvere i problemi di un settore martoriato da tagli indiscriminati e riforme inconsistenti spesso volti a smantellare la natura pubblica dell’accesso alla cultura e all’istruzione, garantiti costituzionalmente.

Durante le proteste qualcuno ha anche trovato il tempo di dedicare le proprie invettive contro gli studenti apostrofandoli come “fancazzisti”. Si tratta di Mario Adinolfi che, in un post sul suo blog personale, ha attaccato i movimenti studenteschi che ogni anno ad ottobre ripresenterebbero i soliti “copioni stanchi e triti”. Secondo il celebre blogger “servirebbe però una sinistra politica che sappia dire basta: basta con questi riti, basta con queste cazzate, basta con le perdite di tempo. Pensate a studiare, che la cosa più di sinistra che possiate fare è sapere, è essere consapevoli, è almeno azzeccare il nome del povero ministro della Pubblica Istruzione”.

Non tarda la risposta della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli universitari, direttamente interpellati da Adinolfi. “Altro che ‘fancazzisti’, da sempre in difesa dell’Istruzione Pubblica”. Questo l’incipit della lettera congiunta scritta dalle due sigle sindacali. “Ci sono tre certezze nell’autunno degli studenti italiani: le scuole che cadono a pezzi, il diritto allo studio negato e i benpensanti in cerca di facile visibilità”.

Insomma c’è tutto, dalla contestazione ai contestati passando per i benpensanti, c’è anche il governo Letta che tra i suoi equilibrismi istituzionali non potrà non tenere in considerazione l’emergenza in cui versa il mondo dei saperi in Italia.

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