Pubblicato: mar, 29 Ott , 2013

La Corte dei Conti boccia la Legge di Stabilità

Durante l’audizione davanti le commissioni Bilancio, il presidente della Corte Squitieri si è scagliato  contro l’iniquità  e l’indeterminatezza della manovra
Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri

Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri

Dopo le polemiche in Parlamento e sulla stampa arrivano, per la legge di stabilità, le critiche della Corte dei Conti.

Durante l’odierna audizione in Senato, il presidente della Corte, Raffaele Squitieri, ha puntato il dito contro la legge in discussione sottolineandone i profili di iniquità dato che ben 25 milioni di soggetti (incapienti, pensionati e lavoratori autonomi) sarebbero esclusi dagli sgravi dovuti al taglio, peraltro ancora incerto nelle modalità, del cuneo fiscale. Taglio questo che, date le sue modeste dimensioni, non porterà evidenti vantaggi considerando sia gli stretti spazi di manovra dati dai limiti di bilancio sia la scelta di intervenire anche in altri campi. Ulteriore punto foriero di preoccupazioni per i giudici contabili è la determinazione della Tasi: non solo questa ha un carico maggiorato rispetto alla Tares che sostituisce, ma il lasciare in capo ai Comuni la facoltà di determinarne l’aliquota «crea il presupposto per futuri aumenti», soprattutto riguardo le seconde case.

Squitieri ha, in aggiunta, esortato il Governo e il Parlamento ad aumentare lo sforzo per ottenere risparmi «sia da destinare a una riduzione del carico fiscale che a incidere sulle carenze più evidenti nella qualità dei servizi pubblici».  Nella relazione del presidente c’è anche un pressante monito per il Governo a non sovrastimare gli effetti dei pagamenti, ad oggi giunti a 13 miliardi, dei debiti della P.A. e, inoltre, a mantenere salda la barra della stabilità dei conti, in particolar modo nell’ipotesi in cui le stime di crescita prospettate non dovessero realizzarsi.

Giudizio positivo, invece, per la previsione di intervento in alcune direzioni strategiche, provvedimenti che,  a giudizio di Squitieri, sono «non privi di potenzialità rilevanti». Chiaramente questi vanno letti nel quadro della lotta al declino del sistema produttivo che è una delle maggiori emergenze per il Paese e per la quale è necessario concentrare forze e interventi.

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