Pubblicato: ven, 4 Ott , 2013

Shutdown e rischio default, l’economia USA in pericolo

Lo stallo tra repubblicani e democratici, dopo aver causato lo shutdown, avvicina lo spettro del default americano che causerebbe una crisi peggiore di quella del 2008

 

 

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Dal primo ottobre il cosiddetto shutdown fa sentire i suoi effetti sull’economia americana. Quasi un milione di dipendenti federali costretti a stare a casa senza stipendio e interruzione dei servizi non essenziali: non solo zoo, parchi e musei ma anche istituti di ricerca clinica e altre istituzioni, come la NASA e la Casa Bianca, vedranno le loro attività ridotte al minimo.

Cos’è esattamente lo shutdown? Lo shutdown, letteralmente chiusura, è il blocco della spesa pubblica non essenziale che si attiva automaticamente quando, alla scadenza dell’anno fiscale, non sia stato approvato il bilancio per l’anno successivo. Motivo dello stop è il mancato accordo tra  repubblicani, maggioranza alla Camera, e democratici, che controllano il Senato. Al centro delle trattative c’è il discusso Obamacare, la riforma sanitaria voluta dal Presidente che è vista come fumo negli occhi dai repubblicani, specie dall’ala oltranzista del Tea Party. Il “prezzo” chiesto dal GOP (ndr Great Old Party, appellativo del partito repubblicano) per approvare il bilancio è il rinvio di un anno della riforma e il contestuale taglio dei fondi ad essa destinati; richiesta ovviamente rimandata al mittente dai democratici.

Lo shutdown non è certo una novità per gli Stati Uniti, è la diciassettesima volta dal 1977, la prima dal 1996, che il meccanismo di tagli entra in funzione. In questi primi giorni i danni all’economia sono stati limitati  e la stessa Wall Street, pur chiudendo in rosso, non ha subito il tracollo che alcuni temevano. Il protrarsi del blocco, però, aumenterà i danni con un effetto moltiplicatore, secondo le stime più affidabili due settimane di shutdown causerebbero una contrazione dello 0,4% del PIL, del 1,4% qualora durasse un mese.

Il vero spettro che fa temere gli americani, ad ogni modo, non è lo shutdown bensì il rischio di default. Il debito americano ha un tetto massimo, stabilito per legge, oltre il quale il governo federale sarebbe tecnicamente fallito. Il limite è fissato a 16.700 miliardi di dollari e secondo le previsioni questa quota sarà sfondata il 17 ottobre, entro quella data sarà necessario innalzare il limite ma per fare questo è necessaria una legge approvata da Camera e Senato e quindi l’accordo dei due partiti. Al centro del contendere sarà ancora l’Obamacare, un braccio di ferro che rischia di fare andare in default, per la prima volta nella storia, la prima economia al mondo e, come ricordato oggi dal dipartimento del Tesoro, avrebbe effetti più gravi della crisi del 2008 contagiando anche resto del mondo di cui l’economia a stelle e strisce è il traino. Rischio che potrebbe far scendere a più miti consigli l’ala moderata del partito repubblicano con in testa lo speaker Boehner pronto a sfidare gli estremisti del Tea Party pur di evitare il default.

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