Pubblicato: mer, 1 Giu , 2016

Girone e Latorre?….ma quali eroi

L’immagine mistificata diffusa in Italia dei due marò e stata sempre quella dei prigionieri di guerra. Ora quindi l’accoglienza da reduce per Girone. Scongiurata la presenza il 2 giugno.

Dopo il ritorno precedente di Latorre per motivi di salute, il 28 alle ore 18  con volo di Stato accompagnato dall’ambasciatore d’Italia a Delhi è arrivato all’aeroporto di Ciampino il marò Salvatore Girone.

gironeministriIn coerenza con l’immagine dei due marò diffusa in questi anni, arriva quindi l’accoglienza in pompa magna: del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e della ministra della Difesa Roberta Pinotti in rappresentanza del governo. Con loro anche i presidenti della commissioni esteri di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Pier Ferdinando Casini, il Presidente della Regione Puglia Michele Emialiano ed il Sindaco di Bari Antonio Decaro.

Non dimentichiamo neanche la dichiarazione del Presidente della Repubblica Mattarella, che intanto lo attende al Quirinale, che in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, Festa della Liberazione, ha espresso «vicinanza a Salvatore Girone e a Massimiliano La Torre», sinceramente non comprendiamo l’accostamento con la festa della liberazione.

Ciliegina sulla torta è stato poi il twitt del premier Renzi inviato dal Giappone appena appresa la notizia del ritorno: “Confermiamo la nostra amicizia per l’India, il suo popolo, il suo governo, e diamo il benvenuto al marò Girone che sarà con noi il 2 giugno”. Twitt smentito successivamente con la considerazione: “Evitare di esibirli come bandierine politiche”. Ritrattazione arrivata non per vergogna, ma probabilmente per opportunità politica interna e per non suscitare l’irascibilità del governo Indiano.

Sicuramente bene fa il governo italiano a battersi per garantire un giusto processo ai due fucilieri ma tale impegno non può trasbordare in cerimonie d’accoglienza riservata agli eroi della patria.

Come è ormai noto a tutti Salvatore Girone e Massimiliano Latorre il 15 febbraio 2012 in servizio anti pirateria sulla petroliera Enrica Lexie a bordo insieme ad altri 4 colleghi del 2º Reggimento “San Marco” della Marina Militare Italiana, furono fermati dalle autorità indiane accusati di aver sparato ed ucciso, non sappiamo se per paura, per poca professionalità o semplicemente per errore, due pescatori che si trovarono nei pressi della nave.

Non c’interessa entrare nella diatriba internazionale, l’unica certezza è in ogni caso la morte dei due poveri pescatori Ajesh Pinky (25 anni) e Selestian Valentine (45 anni).

Dobbiamo invece chiederci:

I contribuenti italiani pagano le scorte alle navi dei petrolieri? La nave Lexie sulla quale è accaduto il misfatto è un mercantile privato di proprietà dell’armatore Fratelli D’Amico.

Cosa ci facevano dei fucilieri della Marina militare italiana a bordo di una nave privata?

L’Italia, per il contrasto alla pirateria nel Mar Rosso, nel golfo di Aden, e nel mare antistante la Somalia con la Marina Militare partecipa a due operazioni internazionali, Atalanta dell’Unione Europea e Ocean Shield della Nato.

Leggiamo nel sito della Marina Militare:

Missione Atalanta

“In accordo con le risoluzioni ONU 1846 (2008) e 1851 (2008), l’Unione Europea si è impegnata nel contrasto del fenomeno della pirateria nell’area Golfo di Aden e bacino somalo.”

“Attualmente all’Operazione Atalanta prendono parte sia unità di superficie, dislocate nel Golfo di Aden e nel Bacino Somalo, sia velivoli ad ala fissa, destinati alla sorveglianza e al riconoscimento di attività sospette riconducibili al fenomeno della pirateria. Un team militare di protezione, imbarcato su una unità del WFP, inoltre, garantisce la navigazione e il trasporto in sicurezza degli aiuti umanitari destinati alle popolazioni somale.

Operazione Ocean Shield

L’Operazione Ocean Shield costituisce il contributo della NATO agli sforzi internazionali di contrasto al fenomeno della pirateria marittima al largo e lungo le coste della Somalia e del Corno d’Africa. Le operazioni aeronavali sono cominciate il 17 agosto 2009 dopo che il Consiglio del Nord Atlantico ha approvato la missione”.

“Le navi italiane della SNMG1 e SNMG2 partecipano periodicamente all’operazione Nato Active Endeavour di contrasto al terrorismo marittimo e prendono parte a esercitazioni aeronavali organizzate dalla Nato e svolte sia nel Mediterraneo che nel Mar del Nord”.

Il mandato consiste nel proteggere le navi mercantili che transitano nell’area Golfo di Aden nel Mar Rosso e bacino somalo svolgendo attività di scorta al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, incaricate di consegnare aiuti alimentari in Somalia.

Ne deduciamo che quando l’Italia partecipa come nazione alle operazioni internazionali di contrasto alla pirateria: Atalanta, Ocean Shield, Active Endeavour , lo fa con le sue navi da guerra.

Potremmo quindi dire che i marò, non essendo a bordo delle navi militari ma dell’Enrica Lexie, non partecipavano alla missione internazionale?

     I due marò si sono trovati coinvolti in una vicenda nata dal loro impiego su una nave privata regalo dell’ex governo Berlusconi e in particolare dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, che, nel 2011 con un accordo ha legalizzato la presenza di militari a difesa di imbarcazioni private. L’accordo prevede che gli armatori che lo volessero possano richiedere d’avere a bordo delle proprie navi i fucilieri della Marina militare pagando un semplice rimborso alla Ministero della difesa. E’ così che i contribuenti italiani pagano i vigilantes agli armatori e guarda caso ai soliti petrolieri.

 

Di

- Danilo Sulis, oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi. Pioniere dell'informazione libera ed indipendente è stato anche docente in corsi di "Formazione professionale continua per giornalisti" presso il "centro di documentazione giornalistica" di Roma.

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