Pubblicato: ven, 7 Feb , 2014

Trattato di Maastricht: l’Europa che non esiste più?

Il 7 febbraio del 1992 veniva firmato il Trattato di Maastricht, considerato tutt’ora il documento più importante della storia dell’Unione Europea
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Firma del Trattato di Maastricht

La ratifica del Trattato di Maastricht rappresentò per l’Europa un momento di svolta, dalla quale si riteneva non si potesse tornare indietro. Le vicissitudini che si sono susseguite a partire dal 2000 tendono a confutare tali aspettative, facendoci chiedere cosa è rimasto adesso di Maastricht e cosa è stato distrutto.

Il Trattato, chiamato Trattato sull’Unione Europea, è nato in un periodo storico fondamentale non solo per l’Europa ma per tutto il mondo: si tratta del primo documento diplomatico emanato dopo la caduta del muro di Berlino, evento che avrebbe potuto far scaturire dei considerevoli sovvertimenti dell’ordine internazionale.

Per l’evoluzione dell’integrazione europea, invece, la caduta dell’emblematico muro rappresentò l’occasione per imprimere all’Europa una fortissima spinta in avanti. Da questa opportunità i vertici europei si accordarono per creare un’Europa più solida, unita e democratica, attraverso il documento di Maastricht, che per la prima volta userà la denominazione di Unione Europea.

Inaugurando il concetto di sussidiarietà e di cittadinanza europea, congiuntamente all’obiettivo dell’unione monetaria, Maastricht mirò a creare un’Unione Europea forte e ad imprimere un processo di unificazione concreto. Ma ciò che accade oggi dimostra che in realtà gli ideatori del documento fallirono l’obiettivo. Tra il fallimento della Costituzione Europea del 2004 ed il rattoppo del Trattato di Lisbona, l’Europa di oggi sembra quanto mai involuta e dagli obiettivi confusi. La presa di posizione di leader che si sono posti al vertice dell’Europa, la Merkel prima su tutti, denota quanto le vecchie e gloriose aspettative anti-nazionaliste siano state perse di vista, in nome di vantaggi economici e politici velati di egoismo.

Se nel 1992 l’unione monetaria veniva considerata come una panacea contro l’egemonia del mercato statunitense, adesso risulta più che credibile concepire che gli stessi paesi membri stiano meditando di lasciarsi alle spalle l’Euro, verso un futuro economico purtroppo già compromesso dall’ingombrante presenza del mercato unico. Ciò che sta accadendo in Ucraina rappresenta perfettamente la confusione in cui versa l’Europa oggi: l’ambiguità sui vantaggi che l’Unione può fornire oggi genera indecisione, l’attrazione verso una struttura istituzionale unica come l’UE viene temperata dalla paura che questa possa fagocitare, spremere fino all’osso e poi risputare i paesi stessi, in particolare quelli meno solidi, rimasti al di fuori delle trattative diplomatiche sino ad oggi.

Gli obiettivi del 1992 diventano adesso un miraggio, le aspirazioni dei grandi uomini politici d’Europa come Monnet, Spaak, Spinelli, Kohl possono essere considerate delle grandi utopie, nate in un tempo dove tutto era ancora possibile, un tempo che ormai non esiste più.

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