Pubblicato: Sab, 22 Feb , 2014

Sonia Alfano: «Subito un incontro alla G6 Gdo di Castelvetrano»

L’eurodeputato promette: «Farò tutto il possibile per far luce sulla situazione dell’azienda confiscata a Matteo Messina Denaro». Lumia (Pd): «Presentata interrogazione parlamentare»

sonia alfano castelvetrano«Ho avuto mandato dai lavoratori di organizzare un incontro alla G6 Gdo di Castelvetrano con tutte le parti coinvolte perché si affronti la drammatica situazione in cui versa l’azienda confiscata per mafia all’imprenditore Giuseppe Grigoli». A parlare è l’eurodeputato Sonia Alfano, al termine dell’incontro tenutosi giovedì 20 febbraio con i dipendenti nella sede di Castelvetrano, per fare il punto sul destino dell’azienda (192 dipendenti e un indotto che porta a 500 i lavoratori interessati) sequestrata nel 2008 nell’ambito di un’inchiesta sui beni appartenenti al boss latitante Matteo Messina Denaro e che ha interessato anche la Grigoli distribuzione srl.

L’onorevole Alfano, rivolgendosi direttamente ai lavoratori, ha ribadito più volte che «bisogna partire da un presupposto. Non può passare il messaggio che un’azienda confiscata alla mafia sia condannata alla chiusura quando è gestita dallo Stato».

Dopo aver ascoltato alcuni dei rappresentanti dei lavoratori, Sonia Alfano ha promesso che farà tutto il possibile affinché si possa far luce sulla situazione attuale del Gruppo 6 Gdo. A tal scopo cercherà di sollecitare le aziende interessante, nella speranza di poter organizzare in tempi brevi un incontro  «con gli amministratori della G6 Gdo (nominati dalla magistratura per gestire il sequestro e poi la confisca dei beni dell’imprenditore Grigoli); l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati diretta dal prefetto Giuseppe Caruso (che dopo la confisca definitiva del 17 ottobre 2013 ha in gestione l’azienda); i sindacati; i dipendenti; sindaco e vicesindaco di Castelvetrano; il vescovo di Mazara; e gli altri esponenti politici (da Beppe Lumia ad Antonio Ingroia a Pamela Orrù)» che, come la stessa Alfano ha detto, «si sono occupati in questi giorni del destino dell’azienda».

«I dipendenti hanno lanciato un allarme che merita l’attenzione di tutti – ha aggiunto l’on. Alfano – il termine del 17 marzo prossimo potrebbe presentare l’avvio verso il fallimento della ditta di Grigoli, uomo di Matteo Messina Denaro, e da anni ormai confiscata dallo Stato. La 6 Gdo deve rappresentare soprattutto in quel territorio un modello di crescita sana  e non la sconfitta delle leggi dello Stato. Serve che tutte le parti in causa si parlino e si chiariscano i motivi che hanno portato la situazione del Gruppo 6 Gdo a questo punto».

Il livello di disperazione dei dipendenti è ormai arrivato a livelli altissimi. Poco prima dell’arrivo di Sonia Alfano a Castelvetrano, uno di loro, Francesco Santoro, si è incatenato all’atrio dell’edificio dove si trovano gli uffici amministrativi e ha minacciato di darsi fuoco. Sposato e padre di figli, da mesi attende gli arretrati della cassa integrazione. «Le istituzioni e chi ha un ruolo in questa vicenda deve impegnarsi per difendere il futuro e la dignità dei lavoratori e dei loro familiari», ha concluso l’eurodeputato presidente della Commissione speciale antimafia.

Sulla situazione dei lavoratori della G6 Gdo è intervenuto anche il senatore Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia. «Lo Stato – ha detto – non può permettere che dopo la confisca per mafia le aziende rischino di fallire e si perdano centinaia di posti di lavoro. Le istituzioni devono garantire la continuità delle aziende confiscate ed i livelli occupazionali. È questa la risposta che bisogna dare ai cittadini e a quei lavoratori che in preda alla disperazione compiono gesti estremi».

Intanto Lumia ha presentato un paio di giorni fa un’interrogazione per chiedere ai ministri dell’Interno e della Giustizia «un’ispezione per verificare le difficoltà di gestione dell’amministrazione giudiziaria e stabilire le cause che stanno portando al fallimento del Gruppo 6 Gdo; se ritengano necessario intervenire attingendo risorse dal Fondo giustizia per sostenere il risanamento dell’azienda al fine di garantire la continuità aziendale e di conseguenza salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti; se intendano istituire un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo economico per facilitare in modo trasparente l’affitto o la vendita del Gruppo 6 Gdo a soggetti di chiara affidabilità antimafia, di garanzia finanziaria ed esperienza imprenditoriale nello stesso settore dell’azienda confiscata».

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