Bagheria, bare bruciate al cimitero, c’è l’ombra della mafia
L’indagine è stata affidata alla Dda di Palermo. Si sta seguendo la pista delle infiltrazioni mafiose, alla luce anche delle rivelazioni del collaboratore di giustizia, Sergio Flamia
Bare accatastate, altre bruciate, resti umani sparsi tra i muri perimetrali e alcune cappelle private. I carabinieri di Bagheria hanno sequestrato cinque aree del cimitero della città. Nella zona c’erano ancora fumanti, le braci di fuochi che, durante la notte, avevano incendiato anche resti umani e ossa. Sono state rinvenute anche parti, non ancora decomposte, di corpi umani ed effetti personali perfettamente integri. Si segue la pista delle infiltrazioni mafiose.
L’inchiesta e’ stata infatti alla Dda di Palermo. Di un racket all’interno del cimitero ha parlato il collaboratore di giustizia Sergio Flamia, avrebbe ricostruito gli ultimi anni di storia nel mandamento guidato dagli uomini di Bernardo Provenzano, raccontando inoltre alcuni retroscena di un attentato che colpì nell’ottobre del 2012 l’impresa di pompe funebri di Antonino Mineo. Lo stesso Flamia avvicinò Mineo per imporgli di limitare la sua attività ai servizi del funerale, senza più occuparsi degli adempimenti cimiteriali di interesse della «compagine», cioè della cosca mafiosa di Bagheria. Gli investigatori sospettano tra l’altro che la mafia decidesse l’estumulazione delle tombe per controllare un mercato dei loculi e delle aree per la costruzione di cappelle private.
Nelle aree del cimitero sequestrate erano state abbandonate forse più di 300 bare. Tra queste c’è anche quella in cui le casse estumulate vengono stoccate prima di essere smaltite. Secondo i carabinieri, nelle operazioni sono riscontrabili «comportamenti illeciti e gravi responsabilità» da parte degli operatori, dallo smaltimento illecito di rifiuti speciali alla profanazione, vilipendio e danneggiato di cadavere, arrivando sino all’inquinamento ed al furto, oltre ovviamente a tutti gli illeciti amministrativi e penali relativi alla gestione del cimitero e del controllo sull’appalto per le estumulazioni.
Nel frattempo il sindaco Vincenzo Lo Meo, dopo aver dichiarato di volere offrire massima collaborazione ai carabinieri, ha deciso di sostituire tutti il personale del cimitero con la rotazione, così come previsto dalla legge anticorruzione. Poi aggiunge: «Hanno contestato alcune ipotesi di reato come lo smaltimento improprio dei residui delle estumulazioni. Dopo 40 anni di permanenza nel loculo il nostro regolamento prevede che quello che resta nelle bare venga messo in una cassetta per consentire nuove tumulazioni. Il tasso di mortalità supera il numero dei loculi che abbiamo a disposizione». Rimosso dall’incarico il responsabile della gestione Paolo Aiello, sostituito dal funzionario comunale Bartolo Di Matteo.