Pubblicato: Mer, 14 Mag , 2014

Geithner: «Nel 2011 trama per far cadere Berlusconi»

Il libro dell’ex ministro del Tesoro americano rivela i retroscena della crisi del 2011. Berlusconi grida al complotto internazionale ma l’evidenza dei fatti smentisce l’ex premier
Timothy Geithner

Timothy Geithner

“In quell’autunno alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere” è questa la frase, contenuta nel libro “Stress Test dell’ex ministro del Tesoro USA Timothy Geithner, che ha fatto gridare, di nuovo, al complotto Berlusconi per quanto riguarda le vicende dell’autunno 2011 che portarono l’ex cavaliere ad andar via da Palazzo Chigi per lasciare il posto a Mario Monti.

Forza Italia, sulla scorta delle dichiarazioni di Geithner e di quanto rivelato dal libro “Ammazziamo il Gattopardo” di Alan Friedman, ha chiesto una commissione d’indagine parlamentare sulla caduta del governo Berlusconi nel 2011. Proposta che non sembra avere un possibile seguito, se NCD si è detto disponibile a vagliare l’idea, tutte le altre forze politiche hanno bollato l’idea forzista come una trovata elettorale.

È comunque utile fare un breve riassunto di qual era la situazione nell’autunno 2011, specie nei giorni del G20 di Cannes che segnò l’apice della tensione per la crisi dell’euro. L’Italia, terza economia continentale e nona mondiale, era stretta dalla speculazione con uno spread intorno a quota 500, il rischio di non riuscire a finanziare il debito era altissimo e la possibilità di default concreta. Un fallimento italiano, data la grandezza del debito, sarebbe stato impossibile da gestire per la UE, dopo l’Italia sarebbe andata a picco l’intera zona euro con pesantissime ripercussioni su tutta l’economia mondiale. Il governo era indebolito, non aveva più una maggioranza (fu battuto sulla votazione sul rendiconto), era diviso al suo interno. Quindi, ricostruito lo scenario, appare normale che le cancellerie occidentali fossero preoccupate e che cercassero, nei limiti del loro potere, infatti si parla di pressing politico, non certo di complotti o macchinazioni, di adoperarsi per arrivare ad un cambio della guardia a Palazzo Chigi, data l’incapacità del governo Berlusconi di affrontare la crisi.

Altro punto a sfavore dell’ipotesi di complotto è il fatto che lo stesso Geithner ammette che i funzionari europei che lo contattarono avevano in mente di mettere pressione a Berlusconi facendo in modo che gli USA, che però rifiutarono, chiedessero un cambio di governo come condizione per avallare gli aiuti del FMI all’Italia. Piano, questo, destinato a fallire prima di nascere:  l’Italia, infatti, non solo non chiese mai l’aiuto dell’FMI ma lo rifiutò quando fu proposto; “conosco modi migliori per suicidarsi” avrebbe detto l’allora ministro Tremonti.

Nessun commento arriva da Napolitano, accusato da Berlusconi di essere il regista del complotto internazionale, mentre smentite arrivano dal Dipartimento di Stato USA e dagli uffici della Commissione Europea. Lo stesso Geithner ha precisato che con “funzionari europei” non intendeva parlare di esponenti della Commissione Europea ma di funzionari di un qualche Paese europeo. In pratica, emerge con chiarezza, quella di fare pressioni su Berlusconi non era un complotto ma la giusta e doverosa preoccupazione dei partner internazionali che rischiavano il collasso delle loro economie per colpa di un governo, a Roma, che non riusciva a fronteggiare la crisi. Inoltre, secondo diverse fonti, furono proprio gli USA a proporre, diversamente da quanto ricostruito dai “complottisti”, il commissariamento da parte del FMI dell’Italia.

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