Pubblicato: Lun, 24 Feb , 2014

Civati resta nel PD: “A Renzi voterei no ma voto si”

Civati con la bandiera dell’Ulivo: “Nessuna scissione ma nuova idea di centrosinistra”
Giuseppe Civati

Giuseppe Civati

L’incontro tra Civati e gli iscritti ed elettori della parte più a sinistra del Partito Democratico alle Scuderie di Bologna si è concluso con la decisione di rimanere dentro il Partito Democratico dando la fiducia al nuovo governo Renzi. Una vera rivoluzione. Ma andiamo per ordine. A ridosso delle elezioni per le segreterie regionali del PD, Pippo Civati – terzo classificato alle primarie di segretario nazionale dopo Renzi e Cùperlo – provoca l’elettorato con una ‘possibile scissione ed un nuovo ‘centrosinistra’ (scimmiottando Alfano) che comprenda i delusi del M5S, Sel, Rodotà ed altri’. Non una grandissima mossa, soprattutto data la tempistica, che ovviamente non ha favorito i candidati ‘civatiani’ che correvano nel Pd per riformarlo. Da dentro.

Ma l’era di internet fa il bello ed il cattivo tempo, oramai è noto: a detta di Civati Renzi non è molto coerente (#enricostaisereno) ma i renziani avranno riso a crepapelle vedendo il responso prima telematico e poi uscito dalle Scuderie di Bologna. Civati rimane al Pd e vota la fiducia al governo Renzi (“voterei no ma voto si, altrimenti vado fuori dal Pd e non voglio uscire”). Così all’uscita delle Scuderie:”Il giudizio globale di questa assemblea è di totale criticità nei confronti del governo Renzi, qui c’è più gente che alla Leopolda. Restare nel Pd creando una forza riformatrice trasversale a sinistra di Renzi”

Se nessuno avesse parlato prima delle elezioni magari il gruppo di Civati avrebbe ottenuto più consensi (frase di circostanza) e soprattutto Pippo non avrebbe fatto questa figura, schernita da tutti i militanti di sinistra; certo è che Renzi capo del governo e segretario Pd farebbe girare lo stomaco a chiunque si professi di sinistra, altro che #sonoserenoanzizen.

L’affascinante pensiero di creare una ‘vera sinistra’ unita ha lasciato spazio alla consapevolezza che, facendo una scelta del genere, si sarebbe verificata l’egemonia renziana dentro il Pd e un possibile buco nell’acqua del nuovo partito, costretto a rincorrere lo stesso Pd. “Rimaniamo ma allarghiamo il centrosinistra” afferma Civati e poi ironizza. “Mia mamma pare non abbia rinnovato la tessera del Pd, la mia compagna vota a sinistra come minimo Sel e vuole che io sia lo Tsipras italiano. Capite come sono messo?”

Il pensiero di Civati sarà stato grosso modo questo: “Allora. Renzi non va bene; il Pd deve essere un partito di sinistra e non guidato da un democristiano. Ma se ci alleassimo con i grillini delusi, Vendola, Landini e Rodotà arriveremmo ad una soglia percentuale di sostanza, in modo da far riflettere la gente di sinistra e mettere Renzi con le spalle al muro?”. “No”, urla Fabrizio Barca da un’altra stanza, al telefono con Vendola.

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