Pubblicato: Mar, 17 Ott , 2023

Camorra: colpo al clan Di Lauro, 27 arresti e sequestro di beni per 8 milioni

fermati il figlio del boss, il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli

Nella notte, i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Napoli, hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip di Napoli su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 27 indagati: si tratta di persone accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Nell’operazione sono stati sequestrati beni per 8 milioni di euro.

Tra gli arresti anche Vincenzo Di Lauro “F2”, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli. Tony Colombo è il cantante neomelodico diventato popolare con la trasmissione tv Ballando con le Stelle. Ha un seguito di 741mila fans, 26 album e colonne sonore per il film Tatanka (2011) e la serie Gomorra (2016), entrambi tratti dai libri di Saviano. Sua moglie, Tina Rispoli, è la vedova di un potente boss camorrista di Secondigliano, Gaetano Marino, ucciso in un agguato il 23 agosto del 2012. Colombo e Rispoli sono spesso al centro dell’attenzione mediatica e della magistratura. Sono ricordati per il concerto – flashmob tenuto in piazza Plebiscito, a Napoli, senza autorizzazioni per chiedere la mano della futura sposa, e poi per lo sfarzoso matrimonio con corteo e banda, nella quale suonarono anche dipendenti pubblici. Il matrimonio ha bloccato la città, con una processione al Maschio Angioino, carrozza bianca trainata da quattro cavalli, giocolieri, trampolieri, ragazze pon pon, personaggi in costume d’epoca, paralizzando tutto il traffico, un corteo di chilometri da Secondigliano al centro di Napoli.

Nel 2019 il dossier giornalistico ‘Camorra Entertainment’, avrebbe evidenziato i presunti legami tra il cantante e personaggi legati alla criminalità organizzata campana e calabrese. Le forze dell’ordine fermano e indagano il calabrese Agostino Iacovo, all’epoca a capo della Genesis Group, che produceva il cantante. Iacovo era indagato per false fatturazioni nella maxi inchiesta della Procura di Paola denominata Camaleonte, “per aver costruito un castello di 14 società intestato a prestanome con cui riciclava denaro”. Il cantante si dichiarò estraneo ai fatti.

Nel 2021 la procura di Napoli avanza la richiesta di decine di misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati ritenuti dalla DDA legati al clan Marino delle cosiddette «Case Celesti» di Secondigliano. Tra gli indagati figurano anche Tina Rispoli, vedova del defunto boss Gaetano Marino e suo nipote Crescenzo Marino, figlio di Gennaro Marino, a capo dell’ala militare degli Scissionisti di Secondigliano, oggi detenuto al 41bis. In quella circostanza il giudice non ha ritenuto la Rispoli un elemento apicale del sodalizio criminale napoletano. Tuttavia, un collaboratore di giustizia considerato attendibile, ha dichiarato che la donna, particolarmente amante dei gioielli, era intestataria di immobili acquistati con i proventi della droga; era consapevole delle attività illecite svolte dal marito ed era anche percettrice di quote di denaro mensili, frutto della spartizione dei proventi derivanti dallo spaccio delle sostanze stupefacenti. Non essendo, però, emersi elementi tali da ritenere la donna intranea al clan, la misura cautelare richiesta dalla Procura veniva rigettata.

La Rispoli e Colombo risultavano indagati in un diverso procedimento, con l’accusa di riciclaggio lui e trasferimento fraudolento di valori lei, con l’aggravante del metodo mafioso, cui ha fatto seguito il sequestro preventivo a dicembre 2022. Nel procedimento i giudici del Riesame, indicano Colombo come gestore, per anni, dei soldi di Marino. Secondo gli inquirenti, il cantante ha costruito la carriera coi soldi del boss Gaetano Marino, si legge nel provvedimento con cui rigettano l’arresto della Rispoli. Gli immobili e la disponibilità economica della Rispoli sarebbero l’eredità proveniente dalle attività del clan. Vengono menzionate proprietà “in mezzo all’Arco” e in via Vittorio Emanuele, compreso un supermercato, formalmente intestati ad altre persone ma che per i quali “la Rispoli in persona riscuoteva già in passato in canoni”. Dall’ordinanza emerge anche che Vincenzo Di Lauro (figlio del superboss Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo il Milionario), è risultato “…solo formale intestatario dei locali della Magitaly (società di Vincenzo Di Lauro), in realtà di proprietà della Rispoli, alla quale Di Lauro corrisponde i canoni di affitto anche con l’intermediazione di Colombo”. Per gli inquirenti il denaro eredità del boss Marino è stato investito in canali Tv, società e case discografiche. Nel provvedimento, facendo riferimento a quello del sequestro, si citano auto di grossa cilindrata, gioielli, conti esteri, una villa intestata ad un politico pugliese arrestato per voto di scambio mafioso”. “La società tra la Rispoli e il cantante Colombo – scrivono i giudici – iniziata quando Marino Gaetano era ancora in vita con un primo prestito di 80 mila euro, affinché Colombo potesse svolgere la sua attività artistica, sì è poi consolidata nel tempo ed è sfociata nel matrimonio sfarzoso dei due celebrato nel marzo del 2019”. Gli inquirenti rintracciano una conversazione della coppia, in cui la donna è molto chiara: “non sei Tony Colombo, tu oggi sei Tony Colombo Rispoli, ok, perché tu oggi devi ringraziare me e tutta la mia famiglia se oggi sei quel che sei”. I giudici del Riesame scrivono che “dal 2012, l’avveduto Colombo non fa che gestire l’intero patrimonio della famiglia Rispoli Marino (le sue scarse entrate non giustificano affatto le possidenze ed il tenore di vita), che deriva ovviamente dalle attività illecite del capofamiglia Marino Gaetano”.

Gli inquirenti valutano nuovamente la figura di Tony Colombo anche nel provvedimento dell’operazione Navel, che nel giugno 2022 porta all’arresto di 24 persone della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, a Palermo. Dalle risultanze investigative era emersa la necessità di organizzare il concerto del cantante neomelodico per promuovere ed accrescere l’influenza del mandamento palermitano. Il concerto di Colombo, poi annullato per la mancata autorizzazione da parte della Questura, sembra fosse gestito da due esponenti della cosca, Girolamo Rao e Francesco Guercio, con i quali il cantante avrebbe avuto contatti diretti.

Nell’ultima operazione della procura di Napoli, emergono i rapporti fitti tra Colombo, Rispoli e i Di Lauro. Le investigazioni ricostruiscono l’operatività del clan nell’arco di tempo tra il 2017 ed il 2021, in continuità rispetto alle indagini per la cattura del latitante Di Lauro Marco (arrestato il 2 marzo 2019). Documentata la ristrutturazione organizzativa della consorteria, il cui capoclan, Di Lauro Paolo, è detenuto al 41bis dal 2005. Le indagini hanno accertato, oltre alle tradizionali attività illecite, anche una vera e propria “svolta imprenditoriale”, la consorteria camorristica ha investito in modo differenziale, creando un impero parallelo, una “Di Lauro spa”. Attività finanziarie ed ingenti investimenti nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, ma anche negozi e commercio. Dalle risultanze investigative è emersa una vera e propria alleanza organica tra il clan di Secondigliano, i Licciardi e Vinella Grassi, in un nuovo asset imprenditoriale. Il gruppo camorristico si è impegnato anche nella costituzione di numerose società, fittiziamente intestate a terzi (ora sottoposte a sequestro), attraverso cui l’organizzazione gestiva anche una nota palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati. Documentato il contrabbando di sigarette dall’est, in particolare dalla Bulgaria e dall’Ucraina. Secondo le accuse, Colombo e la Rispoli avrebbero finanziato il clan Di Lauro con almeno 500mila euro. Il fiume di denaro sarebbe stato convogliato per acquistare la materia prima e i macchinari necessari per fabbricare sigarette in proprio. Il clan investiva anche in abbigliamento e creava brand, insieme con il cantante e la moglie, come quello denominato “Corleone” e la bevanda energetica “9 mm” (il cui nome richiama al calibro delle pistole).

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