Pubblicato: lun, 7 Apr , 2014

Ungheria, vittoria dei nazionalisti

Successo del premier uscente Orban ma a spaventare è il 20% dei neonazisti
Viktor Orban

Viktor Orban

Trionfo elettorale per il premier uscente Viktor Orban che si guadagna il diritto a governare il Paese magiaro per altri 4 anni grazie anche alla maggioranza assoluta che il suo partito, Fidesz, ha conseguito

La vittoria di Orban era annunciata anche nelle proporzioni. Il premier, con un passato da liberal e ora convertitosi a idee nazionaliste, conservatrici ed euroscettiche, potrà contare,grazie al premio di maggioranza, in un Parlamento “amico” che gli assicurerà non solo la maggioranza assoluta ma probabilmente, in attesa della fine dello scrutinio, anche la maggioranza dei 2/3 che gli permetterà, qualora volesse farlo ancora, di modificare a suo piacimento la Costituzione.

Orban, pur essendo inserito nel PPE, ha dato vita un governo con tratti tutt’altro che democratici. Non solo è stata modificata la carta costituzionale ponendo pesanti limitazioni alla libertà di stampa e all’indipendenza della magistratura ma i collegi elettorali sono stati modificati in modo da garantire a Fidesz una vittoria certa. A questo si aggiunga che l’opposizione non ha avuto accesso agli spot su tv, giornali e radio mentre la televisione pubblica ha assicurato il primato al governo e alla maggioranza nei notiziari e dibattiti. Pur se formalmente regolari le elezioni ungheresi, non è difficile da capire, sono state ben lontane dagli standard occidentali.

A spaventare, più che l’annunciato successo di Fidesz, è invece l’exploit dell’ultradestra di Jobbik che con il 20% dei consensi si avvia ad essere la terza forza del Paese. Jobbik non solo è un partito ultranazionalista ma è dichiaratamente razzista, xenofobo, antisemita e nostalgico del nazismo, inoltre ha istituito delle vere e proprie formazioni paramilitari che, seppur vietate, sono ampiamente tollerate dalla polizia. Ad arginare in parte il successo di questi è stato però lo stesso Orban che, pur prendendone le distanze, con la sua retorica antieuropea e nazionalista ha risucchiato parte del potenziale elettorato della formazione neonazista.

Quello con i rapporti con Jobbik sarà uno dei dossier sul tavolo del premier ungherese e dell’Unione Europea. Non c’è di che stupirsi dato che l’Ungheria è tra i più contradditori paesi europei, da un lato è un membro della Nato ma ha rapporti più che cordiali con Putin, è nella UE e grazie ai fondi europei si è garantita ottimi tassi di crescita eppure la retorica dei principali partiti è incentrata sull’euroscetticismo. Infine Orban minaccia di nazionalizzare le maggiori aziende nonostante parte del relativo successo economico ungherese lo si debba ai massici investimenti esteri.  Per parafrasare Winston Churchill l’Ungheria oggi si presenta come “un rebus, avvolto in un mistero all’interno di un enigma”.

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