Pubblicato: lun, 10 Mar , 2014

Placido Rizzotto: 66 anni fa l’assassinio del sindacalista

In occasione dell’anniversario della sua morte, verrà consegnato un vigneto ai giovani delle cooperative che lavorano nelle terre confiscate alla mafia
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Placido Rizzotto

Ricorre oggi il 66° anniversario del brutale assassinio di Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia e gettato in una foiba appena fuori Corleone, perché “colpevole” di aver fatto della lotta alla mafia l’unico scopo della sua vita, impegnandosi a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre.

Era la sera del 10 marzo 1948 quando un gruppo di corleonesi facenti capo al boss Luciano Liggio rapisce il giovane segretario della Camera del Lavoro del paese Placido Rizzotto. Lo caricano su una 1100 e, arrivati in contrada Malvello, lo massacrano di botte fino ad ucciderlo, per poi gettare il corpo senza vita del sindacalista nella foiba di Rocca Busambra. Gli assassini non si accorgono che poco distante il pastorello Giuseppe Letizia, di appena 12 anni, assiste alla scena. Tornato a casa sconvolto, il bambino racconta tutto al padre che, convinto che il piccolo fosse in preda a delirio febbrile, lo accompagna all’ambulatorio del dottor Michele Navarra, firmando così inconsapevolmente la morte del proprio figlio. Navarra, infatti, non solo è padrino di Corleone, ma è anche tra i mandanti del delitto di Rizzotto. Il povero Giuseppe, unico testimone innocente dell’omicidio, viene ucciso con un’iniezione letale.

Placido Rizzotto nasce nel 1914 e sin dai primi anni la sua vita non è mai stata facile. A sette anni perde la madre e ancora bambino assiste all’arresto del padre, accusato ingiustamente di associazione a delinquere. In quel difficile contesto storico-sociale decide di arruolarsi con l’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 sceglie di unirsi ai partigiani della Brigata Garibaldi. Il giovane corleonese, scampato alle atrocità della guerra, torna nella sua terra natia profondamente cambiato, con una rinnovata e più salda coscienza sociale: viene eletto presidente dell’Anpi di Palermo e segretario della camera del Lavoro di Corleone. Il paese è in mano al potere mafioso, appropriatosi a suon di lupara di sempre più numerose terre, mentre tantissimi sono i contadini costretti a vivere in totale miseria. Placido non può rimanere a guardare in silenzio le ingiustizie che si stanno compiendo ed è così che inizia ad incoraggiare i lavoratori a resistere e a ribellarsi alle intimidazioni. Li spinge ad occupare le le tenute incolte dalla mafia e lì piantare una bandiera rossa in modo che tutti possano vedere che contadini e sindacalisti, ancora una volta, hanno conquistato un altro pezzo di terra.

Arriva il 1° maggio 1947, giorno della madre di tutte le stragi: a Portella della Ginestra, ad opera della banda criminale di Salvatore Giuliano, muoiono 11 persone, tra i quali alcuni bambini. È il culmine della strategia della tensione e i contadini, terrorizzati, iniziano ad abbandonare la lotta per le terre. Ma non Placido, che non cede di un solo passo, ma anzi con sempre più coraggio e determinazione affronta la propria battaglia. Ci saranno altre rivolte, altri scioperi e scontri con i “padroni” mafiosi. Indimenticabile quello avuto tra lo stesso sindacalista e Liggio, che allora comandava fra le altre cose il feudo di Strasatto. Il giovane boss ebbe la peggio: si ritrovò appeso all’inferriata della Villa comunale. È davvero troppo per Cosa nostra, che decide di punire Placido ponendo fine alla sua vita, segnata da un destino che sembrava già scritto. La sera del 10 marzo di sessantasei anni fa viene sequestrato e i resti del suo corpo verranno ritrovati solamente il 7 luglio 2009. Ucciso dalla mafia, ma anche dalla politica cha ha coperto, depistato, taciuto, stretto un patto che dura ancora oggi.

In occasione dell’anniversario dell’assassinio di Placido Rizzotto, l’Assessorato regionale all’Agricoltura consegnerà ai giovani delle cooperative che lavorano nelle terre confiscate alla mafia il vigneto presso il Feudo Verbumcaudo (Polizzi Generosa- Palermo) dedicato al sindacalista. Si tratta di oltre 5 ettari di terreno realizzati dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura, in collaborazione con il Comune di Polizzi Generosa, con il Consorzio “Sviluppo e Legalità” e con l’Istituto regionale Vini e Oli di Sicilia.

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