Operazione Reset, azzerata cosca di Bagheria
Operazione di grandi dimensioni contro il mandamento mafioso di Bagheria, 500 carabinieri mobilitati per arrestare 31 boss mafiosi.
Maxi operazione, dal nome “Reset”, dei Carabinieri contro la mafia di Bagheria. Sono oltre 500 i militari impegnati dall’alba nell’esecuzione di 31 fermi contro i boss e i gregari del mandamento di Bagheria, alle porte di Palermo. I reati contestati agli arrestati sono: associazione mafiosa, omicidio, estorsione, sequestro di persona, rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio.
Ad aver dato un contributo decisivo alle indagini sono state le dichiarazioni di due pentiti di mafia, Sergio Flamia e di Enzo Gennaro, e le denunce di ben 44 imprenditori e commercianti vittime del racket imposto dalla cosca oggi decapitata.
L’operazione di stamane, coordinata dalla Procura di Palermo e nel particolare dal procuratore Francesco Messineo, dall’aggiunto Leonardo Agueci, e dai sostituti Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco, ha azzerato il mandamento di Bagheria che si apprestava ad istituire una sorta di nuova cupola tra le cosche della provincia del capoluogo siciliano, inoltre, motivo dell’accelerazione nelle indagini, erano in preparazione alcuni omicidi e rapine e alcuni degli arrestati oggi erano sul punto di darsi alla latitanza.
Tra i fermati non solo boss della nuova generazione mafiosa ma anche alcune vecchie conoscenze. Tra questi vi sono Carlo Guttadauro, capodecina di Aspra, fratello di Giuseppe e Filippo, e in passato già processato e assolto da accuse di mafia, Antonio Messicati, scarcerato qualche mese fa per un cavillo, Emanuele Modica, vicino alla mafia canadese e scampato ad un agguato a Montreal dieci anni fa e Nicolò Greco, fedelissimo di Provenzano.