Pubblicato: sab, 2 Feb , 2013

Mps, clava anti Pd colpisce Forza Italia e Verdini

Anche i banchieri a volte si pentono. Come accade ai mafiosi, per uno sconto di pena. E a Siena una gola profonda di “alto lignaggio” starebbe vuotando il sacco con la Procura.

 

 

Anche i banchieri a volte si pentono. Come accade ai mafiosi, per uno sconto di pena. E a Siena una gola profonda di “alto lignaggio” starebbe vuotando il sacco con la Procura. E ne escono delle belle. Intento il mistero chiave: i termini reali dell’accordo che portarono a pagare 3 miliardi in più la banca Antonveneta ai venditori del Banco Santander. Attenzione mirata a quel 2007, e al Congilio di amministrazione di allora. Con un’attenzione particolare al ruolo del consigliere Andrea Pisaneschi -in quota Forza Italia- che fu nominato presidente di Antonveneta subito dopo l’acquisizione e costretto a dimettersi dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sul Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini.NEWS_96129 Torniamo all’agosto 2007, quando Santander compra Antonveneta per 6 miliardi e 300 milioni di euro. A novembre dello stesso anno la rivende a Mps per 9 miliardi e 300 milioni, oltre a un miliardo di euro di vecchi debiti. Un affare non male per il Banco Santander. Ed è in questa fave che esce fuori Pisaneschi. Accordi all’interno del Cda, dove si decise che debba essere proprio lui a guidare Antonveneta. Un’intesa politica dai contorni ancora oscuri. La nomina risale al 23 giugno 2008. L’avvocato fiorentino, ma senese di nascita, rimane in carica per tre anni. Sostituito da Ernesto Rabizzi nel luglio 2011, dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta sul dissesto della banca di Dennis Verdini. Puzza di bruciato. Dunque, pista investigativa che, oltre ad alcune «stecche» per i manager, non esclude che anche la politica abbia potuto partecipare alla spartizione. Le verifiche dei magistrati di Firenze sull’Istituto di Credito guidato dal coordinatore dell’allora Forza Italia, riguardavano alcuni compensi occulti elargiti ai consulenti che si erano occupati di operazioni finanziarie. Lo studio di Pisaneschi -eccolo che ritorna- fu perquisito dai carabinieri. Venne allora contestata l’emissione di fatture false per giustificare il passaggio di denaro ai professionisti che si erano occupati di far erogare prestiti a società amiche: gruppo Btp, Edil Invest e la Holdin Brm. 150 milioni arrivati da 5 banche e una affare tutto ancora da approfondire.

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