Pubblicato: gio, 14 Nov , 2013

Minacce a Di Matteo, sindaco Orlando: «Lo Stato garantisca protezione»

Solidarietà anche da parte del presidente Crocetta: «Liberarsi dalla mafia, primo obiettivo»

 

Di-matteo-Orlando«È certamente indispensabile che lo Stato e le sue Istituzioni mostrino la capacità di proteggere e tutelare i magistrati, tutti i magistrati a partire da quelli maggiormente esposti ed impegnati in indagini su fatti gravissimi della storia del nostro Paese. Ma altrettanto indispensabile è che a quei magistrati sia permesso di lavorare con serenità e perché possano fare luce su quei fatti oscuri, perché possano raccontare agli italiani la verità, qualunque essa sia e per quanto scomoda possa essere». Lo afferma il sindaco di Palermo Leoluca Orlando a nome di tutta la Giunta comunale, esprimendo la propria solidarietà e vicinanza al pm Nino Di Matteo, vittima ancora una volta di minacce pesantissime da parte di esponenti di Cosa Nostra.

«La drammatica notizia, secondo cui il procuratore Di Matteo è nel mirino della mafia per effetto di a una condanna a morte pronunciata da Totò Riina, fa emergere – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta – la centralità di una lotta alla mafia che oggi come ieri, deve caratterizzare l’impegno delle istituzioni e della società in Sicilia».

«Troppo spesso e troppo facilmente si è liquidata la mafia come sconfitta e troppo spesso come estinta. La battaglia che oggi si pone di fronte a noi, deve tenere conto degli interessi vasti su cui si è articolato il sistema mafioso nella nostra regione, ma anche della possibilità che più si disarticola quel sistema, più si alza il livello dello scontro. Occorre una nuova straordinaria mobilitazione della società siciliana, che aiuti a sconfiggere e snidare la mafia in tutti i settori, dal pizzo, al traffico delle sostanze stupefacenti, al malaffare nella pubblica amministrazione». Il governatore siciliano ha poi ringraziato Di Matteo e tutti i magistrati siciliani che ogni giorno combattono a difesa della libertà. «Liberarsi dalla mafia – ha sottolineato il Crocetta – è l’obiettivo prioritario che tutti noi dobbiamo mettere nella nostra agenda di lavoro per favorire lo sviluppo economico, sociale e civile della Sicilia. La mafia nega la libertà politica, economica, uccide la dignità delle persone. La nostra rivoluzione non può che avere al primo posto proprio la lotta contro la mafia e il malaffare, ovunque esse si annidino. Le vicende di questi mesi e di questi anni, fanno emergere come gli attacchi della mafia siano il tentativo di impedire  proprio quel processo di rinnovamento profondo della nostra Isola, che sta avvenendo grazie proprio al lavoro dei magistrati, delle forze dell’ordine, della società e di parte delle Istituzioni siciliane. Siamo con Di Matteo e con tutti coloro che si battono contro quel sistema mafioso che, – ha concluso Crocetta – come riteneva Falcone, sarà certamente sconfitto nella nostra Isola».

Piena solidarietà ai pm che indagano sulla trattativa, è arrivata ieri anche dal Csm. «Da parte del Consiglio superiore – ha detto Bartolomeo Romano, in apertura del plenum di Palazzo dei marescialli – è doverosa la massima solidarietà e su questa delicatissima vicenda serve l’attenzione degli organi preposti alla sicurezza».

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