Pubblicato: lun, 12 Mag , 2014

Milano, arriva il commissario “Salva Expo”

Sarà Raffaele Cantone la guida che riporterà legalità e trasparenza all’interno dei cantieri milanesi

 

logo_expo_Dopo lo scandalo che ha investito l’atteso e chiacchierato l’Expo 2015 a Milano cresce il bisogno di qualcuno che riporti a far troneggiare la legalità su una delle occasioni più ghiotte per tangenti e criminalità. Una proposta arriva dal premier Matteo Renzi, che domani sarà nel capoluogo lombardo: far seguire i lavori all’ex magistrato Raffaele Cantone, oggi Capo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Campano, da sempre impegnato nella lotta contro la camorra, ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto di boss del calibro Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, Walter Schiavone, Augusto La Torre, Mario Esposito. Ragion per cui dopo aver subito minacce ha vissuto per anni sotto scorta. Ha rifiutato ogni sollecitazione ad entrare in politica ma ha accettato quella di garante dell’Authority anticorruzione, Organismo che adesso il Presidente del Consiglio vuole come task force per vigilare sugli sviluppi futuri dell’Expo. «Mi sembra una buona idea quella di rafforzare ulteriormente il versante anticorruzione sull’Expo» afferma il ministro degli interni Angelino Alfano. È in gioco l’immagine di uno degli eventi internazionali che finora hanno solo gettato ombre sull’Italia rischiando di comprometterne la riuscita. Immagine sporcata dai corrotti che hanno pilotato gli appalti ghiotti che hanno sempre suscitato preoccupazioni soprattutto sul versante dei possibili infiltrazioni mafiose. Qual è la soluzione prospettata dal premier? «Una nuova task force. Stavolta non di tecnici. Penso invece a un sostegno legale e giuridico all’Esposizione, che difenda la trasparenza di tutti i prossimi passaggi. Questo è il vero aiuto che possiamo dare al commissario». Ma non sarà solo questa la risposta della politica; le camere stanno cercando di mettere a punto un sistema normativo che possa fare da scudo al diffondersi della corruzione  e del malaffare. Dopo lo scoppio dello scandalo che ha portato ancora una volta all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della corruzione, trascinando con sé nuovi e vecchi nomi, è proprio ora di correre ai ripari. «Penso sia arrivato il momento di dedicare una sessione speciale del Parlamento», dice il presidente dell’ Antimafia, Rosy Bindi secondo la quale «è ora che la politica esprima un giudizio su se stessa». E di giudizi in questi giorni si sono riempiti i giornali, insieme alle prime dichiarazioni difensive come quella di D’Alema: «Ho calcolato che il 40, anche il 45% delle persone inizialmente accusate poi vengono prosciolte, e ho preso una certa prudenza». L’attenzione è tutta concentrata nel far andare avanti l’esposizione, costi quel che costi. Di certo Il legame tra politica e criminalità non è una notizia anche perché diverse associazioni avevano già lanciato l’allarme parecchio tempo fa. Adesso che ci sono le conferme l’Italia rischia l’ennesima brutta figura, come roccaforte del malaffare. E così mentre lo slogan che la politica vuole salvare, continua a recitare “nutrire il pianeta, energia per la vita”credendo di riuscirci dopo aver tolto di mezzo le mele marce, bisognerebbe chiedersi a chi gioverà veramente.

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