Pubblicato: mer, 25 Giu , 2014

In Italia 80 reati ambientali al giorno

Presentato l’annuale Rapporto Ecomafia di Legambiente. Profitti alti nonostante la crisi, l’economia che rimane salda è quella ecocriminale

 

ecomafia2014_infografica1Sono 3,3 i reati ambientali in Italia in un’ora. Un dato allarmante che fotografa ogni anno Legambiente dal 1994 nel suo “Rapporto Ecomafia”. Un lato oscuro delle mafie, non raccontato opportunamente e spesso declassato come minore. Perchè quando si tratta si ambiente, spesso si soccombe di fronte a priorità che sembrano ogni volta sempre più grandi, mentre la salubrità dei posti in cui viviamo sempre più sacrificabile, soccombe sotto gli interessi economici. Ma non sono solo interessi malavitosi. A ben guardare, oltre l’efficacia del neologismo “Ecomafia” coniato appunto da Enrico Fontana nel 1994, non è solo la criminalità organizzata che assalta ripetutamente l’ambiente per arricchirsi. Ci sono tutta una serie di soggetti, affiliati o meno che in nome del profitto, fanno soccombere la salute.
Il rapporto presentato qualche giorno fa a Roma, in presenza del Ministro all’Ambiente Galletti, alla Giustizia Orlando, del Procuratore Nazionale Antimafia Roberti e il Presidente della Commissione Antimafia Bindi, ha restituito una fotografia del crimine ambientale che sembra inizialmente, per certi versi, rassicurante. 29.274 infrazioni accertate nel 2013, in calo del 13% rispetto all’anno precedente. “Questo è senz’altro dovuto all’abbassamento degli incendi boschivi, risultato raggiunto grazie al lavoro delle forze dell’ordine” commenta rossella Muroni, dirigente nazionale di Legambiente. Il boom di illeciti quest’anno riguarda il settore agroalimentare, con il 25% del totale. Al secondo posto i crimini contro la fauna(bracconaggio, combattimenti, allevamenti illegali, pesca di frodo), aumentano i reati nel ciclo dei rifiuti passando da 5.025 a 5.744. Il 14% lo detiene il ciclo del cemento, per un fatturato totale annuo di quasi 15 miliardi di euro, mentre la crisi non accenna segni di arresto. Ma come riesce l’ecomafia a sopravvivere? Un nuovo aspetto delle attività degli
ecocriminali che si muovono con strategie sempre più sofisticate camuffate di legalità che si espandono verso nuovi settori. “Sul fronte della corruzione è necessaria una risposta urgente perché è proprio l’area grigia dei funzionari pubblici corrotti che arricchisce l’ecomafia e la rende potente” dichiara Muroni. Sono 21 le amministrazioni sciolte per infiltrazione mafiosa, mentre la corruzione esplode con tutte la sua dirompenza da nord a sud. Un’economia dinamica e mutevole contro l’immobilismo della classe politica. Da 20 anni infatti, le associazioni chiedono che i reati ambientali siano inseriti nel codice penale. Sebbene il sogno sembrava stesse diventando realtà con l’approvazione del testo alla Camera(testo unificato presentato da Pd, M5S e Sel), salvo poi essersi bloccato al Senato mentre gli inquinatori festeggiano e noi ricordiamo la memoria di chi gli si è scagliato contro e ha perso la vita. Quest’anno infatti il rapporto è stato dedicato a Ilaria Alpi, Milan Hovratin e Roberto Mancini scomparso di recente per la malattia contratta a causa delle indagini sui traffici dei rifiuti condotte tra Campania e Lazio.

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