Pubblicato: gio, 21 Nov , 2013

Governo, si decide su dismissioni e assistenza ai malati

Nel CdM odierno approvato un piano di privatizzazioni da 12 miliardi e il ripristino dei fondi per i malati di SLA. Rinviato il decreto IMU
Un momento delle manifestazioni degli affetti da SLA

Un momento delle manifestazioni degli affetti da SLA

Varato nel Consiglio dei Ministri oggi il piano di privatizzazioni che dovrebbe, nelle intenzioni del Governo, ridurre il debito in maniera tale da permettere all’Italia di usufruire della clausola degli investimenti, ovvero la possibilità, a determinate condizioni di deficit e debito, di impiegare risorse per investimenti non computate nel rapporto deficit/PIL.

L’esecutivo prevede di incassare tra i 10 e i 12 miliardi di euro dalla cessione di parte dei pacchetti azionari di alcune aziende controllate. Ad essere collocate sul mercato saranno una quota di controllo di Sace e Grandi Stazioni, una quota non di maggioranza di Enav, Stm, Fincantieri, Cdp Reti e del gasdotto Tag e infine il 3% di ENI. Il presidente Letta nella conferenza stampa odierna ha affermato che l’introito verrà destinato «per metà alla riduzione del debito nel 2014 e l’altra parte a ricapitalizzazione della Cassa depositi e prestiti».

Nella riunione dei ministri di oggi non si è solo parlato di cessioni del patrimonio pubblico. Buone notizie arrivano anche per i malati di SLA, i quali si sono visti, finalmente, riconoscere il ripristino delle già esigue risorse destinate loro. É bene ricordare che per affermare quello che in un Paese civile sarebbe un elementare diritto, gli affetti da SLA sono stati costretti a protestare davanti Montecitorio in diverse occasioni; stress che ha, tra l’altro, probabilmente causato la morte di Raffaele Pennacchio, 56enne malato di SLA, costretto ad un tour de force per vedere riconosciuto i propri diritti essenziali.

Naturalmente non sono mancate le polemiche per l’ennesimo rinvio del decreto sulla seconda rata IMU. Forza Italia, che nella vesti di PDL, insieme alla Lega, inventò la citata tassa nel marzo 2011, ha colto l’occasione per tornare ad attaccare il governo che formalmente ancora sostiene. Per Gasparri «i continui rinvii del governo non sono un buon segnale. Famiglie e imprese hanno bisogno di certezze e rimandare alla prossima settimana il decreto non lascia tranquilli». La risposta del governo non si è fatta attendere, il rinvio di sette giorni sarebbe dovuto a motivi tecnici. Infatti si devono indicare, in un provvedimento atteso la prossima settimana, le risorse per esentare i terreni agricoli e compensare i Comuni per il mancato gettito nella quota non coperta dall’aumento dell’addizionale IRPEF. Ulteriore dimostrazione di come per pagare un obolo elettorale all’ex-PDL si è stati costretti a perdere 6 mesi per, infine, aumentare le imposte per coprire l’abolizione di una tassa.

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