Pubblicato: dom, 3 Ago , 2014

Famiglie, figli e diritti civili. L’Italia, che sarà?

Renzi ha in agenda  i diritti civili, ma il metodo “decreto blindato” della Lorenzin sulla fecondazione con donazione propone un disco già rotto

Lunedì 4 agosto, la Regione Toscana dovrebbe pubblicare in gazzetta la direttiva che dà il via alla fecondazione con donazione in tutti i centri regionali. Il 7 agosto prossimo,invece, la ministra Beatrice Lorenzin potrebbe già portare in Consiglio dei Ministri il decreto legge che ne stabilisce i requisiti a livello nazionale, ma le cose rischiano di non quadrare. Un imbarazzo che l’assessore alla Sanità della Toscana, Luigi Marroni, sperava di non dover correre, avendo dalla sua pareri tecnici positivi di ogni sorta e come obiettivo quello di rendere subito esecutiva la sentenza della Corte Costituzionale, che, dopo dieci anni ha dichiarato illegittimo il divieto. Un passaggio non richiesto, non dovuto, quello del decreto legge, contro il quale si sono levate le voci delle associazioni di tutela delle coppie infertili e quelle di giuristi, di deputati e perfino di alcuni senatori Pd renziani, come Laura Puppato e Sergio Lo Giudice, nonché di esperti delle medesime società scientifiche che hanno cercato di dare pareri argomentati alla Lorenzin, in questi ultimi mesi. Una massa critica non indifferente che si auspica possa arrivare in tempo anche sul tavolo del presidente Matteo Renzi.  E se non bastasse il dissenso nel merito di alcuni contenuti del decreto Lorenzin, a far chiedere l’alt al Governo è il metodo in sé: il Governo che decide nel dettaglio di scelte personali. Una storia che si ripete, dal caso Englaro in poi, un pericolo per la democrazia, nella sproporzione dello strumento. Un cattivo esempio, insomma, che, indirettamente si è cercato di prevenire, perfino nel difficile voto in corso sulle riforme al Senato. Dove il 31 luglio scorso, un emendamento ha assegnato competenze paritarie alle due camere sui temi relativi all’articolo 29 (matrimonio) e ai diritti legati al sempre più ampio scenario della tutela della salute (art. 32). Dunque, il pericolo paventato, è stato in parte sventato per il futuro che verrà, ma resta l’allarme per il presente.

Sergio Lo Giudice, senatore PD

Sergio Lo Giudice, senatore PD

L’agenda Renzi, non ha escluso i diritti civili, sottolinea il senatore piddino Sergio Lo Giudice, che ogni giorno aggiorna su queste questioni la sua vivace pagina web. “Dopo l’approvazione della legge elettorale, entro la fine del semestre italiano, almeno in prima lettura, dovrebbe essere affrontata la questione delle unioni civili”. Sul divorzio breve si sta arrivando ad una composizione. Per le unioni civili, la strada sembra più in salita. “In Europa, prosegue Del Giudice, l’istituto dell’ unione civile, sia per gli eterosessuali che per gli omossessuali esiste da tempo. Per le coppie gay in 11 paesi è riconosciuto anche il matrimonio civile. Noi non arriveremo ad essere nel gruppo di testa, ma almeno dovremmo cercare di non restare il fanalino di coda. Per quanto concerne i figli che nascono da coppie omosessuali? “Esiste un compromesso coniato da altri Paesi: l’adozione da parte del partner del genitore biologico” . Insomma, su tanti temi: omofobia, unioni civili si spera in una forte trasversalità, in cui anche il Movimento 5 stelle potrebbe fare la sua parte. Temi che hanno molto a che fare con la società composita che esiste già e a cui vanno riconosciuti percorsi di legalità e tutela.

 

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