Pubblicato: mer, 26 Feb , 2014

Espulsi i dissidenti del Movimento 5 Stelle

Gli attivisti hanno ratificato l’espulsione dei 4 senatori dissidenti, Movimento sull’orlo di una crisi di nervi e a rischio scissione
I senatori espulsi. Da sinistra: Battista, Campanella, Orellana e Bocchino

I senatori espulsi. Da sinistra: Battista, Campanella, Orellana e Bocchino

Continuano i problemi in casa Grillo. L’assemblea congiunta di deputati e senatori dei Cinque Stelle ha votato, e stasera la rete l’ha ratificata, l’espulsione dei senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana accusati di non essere più in sintonia con il Movimento. I quattro rispondono, invece, che la loro unica colpa è l’aver criticato Beppe Grillo per il suo show nello streaming con Matteo Renzi. Secondo i “dissidenti” il leader pentastellato non doveva aggredire e urlare contro l’allora premier incaricato ma confutare punto per punto le sue affermazioni spiegando la posizione del Movimento 5 Stelle sulle varie proposte. Inoltre, il modo con cui Grillo ha gestito l’incontro, sostengono i quattro, ha di fatto reso vana la sua presenza che, tra l’altro, era stata imposta dall’esito del voto tra gli iscritti al blog che aveva sconfessato l’iniziale decisione del comico di disertare l’incontro con Renzi.

L’espulsione dei senatori dissidenti ha fatto scoppiare le polemiche interne al movimento. Durante la riunione di stamattina sono stati ben 11 i senatori ad aver abbandonato l’aula, i 4 “processati” e altri 7 che hanno preso le loro difese. A questi si sono aggiunte le senatrici Casaletto, De Pietro e Mussino che hanno dichiarato di aver intenzioni di lasciare il gruppo per protesta contro il provvedimento di espulsione. Non sono mancate urla e insulti durante la riunione, con alcuni parlamentari che si sarebbero abbandonati, addirittura, alle lacrime.

Sempre nella mattinata un video di Beppe Grillo ha sancito di fatto, mentre si era in attesa delle decisioni degli utenti del blog, la definitiva defenestrazione dei dissidenti, accusandoli di volersi tenere i 20mila euro dello stipendio, di non essere in sintonia con il resto del M5S e di essere stati sfiduciati dai meet-up locali. Gli accusati hanno replicato, con un altro video, confutando le dichiarazioni di Grillo e accusandolo di mentire.

La fronda sembra non fermarsi alla decina di senatori in questione, anche alcuni deputati hanno intenzione di aderire alla protesta. Il primo è stato il deputato Alessio Tacconi che su twitter ha scritto: “Massima solidarietà ai senatori. Consideratemi il quinto”. Intanto, in attesa di capire quanti saranno i deputati e senatori a distaccarsi dal gruppo del M5S, alcuni parlano di una trentina altri di dieci, sono arrivate, prima dell’esito della votazione online, le dimissioni di Orellana, Battista e Romani. Anche in questo caso la situazione non è chiara, perché gli interessati non hanno specificato se intendono dimettersi dal gruppo pentastellato oppure dimettersi dalla carica di parlamentare, in quel caso subentreranno i primi dei non eletti. Anche sui rapporti con il governo non c’è certezza, stante le dichiarazioni ufficiali gli epurati non hanno mai espresso aperture verso l’esecutivo ma un atteggiamento più morbido, rispetto ai “lealisti”, potrebbe aprire uno spiraglio per alcuni provvedimenti in cantiere, chiaramente ciò sarebbe valido solo nel caso non si dimettano anche da parlamentari.

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