Pubblicato: sab, 15 Feb , 2014

Breivik: “La playstation 2 è una tortura, datemene una nuova”

L’autore della strage di Utoya denuncia le sue condizioni di detenzione e minaccia lo sciopero della fame

Un capriccio degno del più viziato dei bambini : voglio un gioco nuovo quello vecchio mi ha stancato. Peccato che a pretendere il nuovo modello della console più famosa del mondo non sia un bimbo capriccioso ma il 35enne norvegese Anders Behring Breivik, noto al mondo per essere l’uomo che nel 2011 fece esplodere un’autobomba ad Oslo uccidendo 8 persone e massacrò 69 giovani laburisti nel campeggio di Utoeya.

Breivik dichiarato sano di mente e condannato al massimo della pena (21 anni con possibilità di proroga come previsto dal codice penale norvegese) , si trova attualmente in isolamento per motivi di sicurezza. Nella lettera scritta ai media a fine gennaio lo stragista si lamenta per le sue condizioni di detenzione minacciando uno sciopero della fame per ottenerne il miglioramento. «Mi costringete all’inferno, non riuscirò a sopravvivere a lungo – scrive – Mi state uccidendo e se muoio, tutti gli estremisti e radicali di destra del mondo europeo sapranno precisamente chi mi ha torturato a morte». Breivik non si limita a denunciare la sua situazione ma elenca in 12 punti, le attività che potrebbero migliorare le sue condizioni e che a suo dire, adeguerebbero la sua detenzione alle norme europee in materia di diritti fondamentali. Oltre alla PS3 e a giochi adatti ad un adulto e non a bambini di tre anni chiede la possibilità di fare passeggiate più lunghe e la soppressione delle perquisizioni corporali cui viene sottoposto due volte al giorno. Inoltre gradirebbe l’accesso ad un computer in modo da sostituire la macchina da scrivere che gli è stata fornita, e minori restrizioni nelle interazioni con il mondo esterno. Chiede anche che gli venga raddoppiata la diaria settimanale che riceve come tutti gli altri detenuti, per far fronte alle spese di corrispondenza e rispondere alle numerose lettere dei fans nazionalisti e xenofobi. Lettere che ovviamente tutte queste sono meticolosamente filtrate dalle autorità carcerarie.

Breivik, ritiene di essersi comportato in maniera esemplare in questi anni di isolamento pertanto rivendica il suo diritto a migliori condizioni di detenzione. «Lo sciopero della fame – scrive – non terminerà finché il ministro della Giustizia Anundsen e il Dipartimento delle carceri non smetteranno di trattarmi peggio di un animale». Al momento però non ha fatto sapere quando ha intenzione di iniziarlo.

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