Pubblicato: gio, 26 Dic , 2013

Appello alla Rai per “La bellezza contro le mafie”

I tagli ai fondi si abbattono sul programma di Francesca Barra. Associazioni e cittadini si mobilitano per impedirne la chiusura

barraL’Associazione Nazionale Vittime di Mafia ha promosso una raccolta firme affinché la Rai non chiuda “La bellezza contro le mafie”: il programma radiofonico di Radio Uno Rai, condotto da Francesca Barra. Tra i primi firmatari si leggono i nomi di: Sonia Alfano; Salvatore Borsellino; Giulio Francese; Luigi Furitano; don Luigi Ciotti. L’iniziativa è stata immediatamente appoggiata da altre associazioni (le cui adesioni continuano ad aumentare), come: il Centro Studi Paolo Giaccone; Cittadinanza per la Magistratura; Rete 100 Passi; Comitato 23 maggio; Associazione Terranostra contro le mafie di Agrigento; Associazione S.O.L.E. Società Onesta Libera Etica.

Apprendiamo infatti con rammarico che da gennaio la nota trasmissione radiofonica della Rai non andrà più in onda a causa, dicono, dei tagli dovuti alla crisi economica, che non ha risparmiato nemmeno il più grande servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Rammarico dovuto soprattutto perché, ancora una volta, i tagli ai fondi si abbattono su un programma unico nel suo genere, che in quattro anni, grazie all’idea e all’impegno della giornalista Francesca Barra, è riuscito ad offrire al pubblico un prodotto di altissima qualità professionale. «Francesca – si legge nell’appello – con la sua trasmissione, è stata per noi un punto di riferimento impareggiabile. Ha saputo fare informazione e, nel contempo, è stata in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema difficile e complesso. Senza “La bellezza contro le mafie” molte delle storie di uomini e donne uccisi per la propria onestà e il proprio coraggio sarebbero rimaste nell’ombra, tra le quattro mura delle nostre case. Operare questo taglio significa perciò lacerare ancora una volta la memoria delle vittime innocenti e infrangere le speranze dei loro familiari, impegnati quotidianamente a difenderne la dignità e il vissuto».

La speranza è che la Rai faccia un passo indietro e non chiuda questo importante canale di informazione e cultura antimafia, unite alla sete di giustizia, speranza e riscatto di cui si è fatto portavoce con rara sensibilità e spirito critico. «Siamo venuti a conoscenza anche del fatto che il programma non avesse una redazione – si legge ancora nella lettera –. Francesca lavorava da sola. Ci auguriamo che l’azienda voglia cogliere al volo pure l’opportunità di far crescere “La bellezza contro le mafie”, incoraggiando l’inserimento di nuovi aspiranti giornalisti, che tanto hanno da dare ad una trasmissione utile e gradevole, al servizio pubblico e all’intero Paese».

Consapevoli che la bellezza (della vita) può essere una potente arma per sconfiggere l’ignoranza – terreno fertile, questa, perché la malapianta della mentalità mafiosa cresca rigogliosa – vogliamo ricordare le parole di Peppino Impastato, le stesse citate dal programma di Francesca Barra: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».

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