Pubblicato: gio, 27 Mar , 2014

Ambiente, Rapporto Ispra: l’Italia perde 8 mq di suolo al secondo

Negli ultimi tre anni, la cementificazione ha consumato 720 kmq di territorio nazionale 

 

 

franaUna superficie pari alla somma di quella occupata dai comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo, 720 km quadrati, è stata consumata in Italia dalla cementificazione, tra il 2009 e il 2012. Il 7,3% del territorio nazionale. In tre anni, nel nostro Paese, il suolo consumato è passato da poco più di 21 mila km quadrati a quasi 22 mila.

E’ quanto emerge dal Rapporto sul consumo del suolo in Italia presentato, oggi, presso l’aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e realizzato in collaborazione col Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa/Appa).

Lo studio, attraverso il campionamento stratificato del suolo, i dati tele-rilevati ad alta risoluzione, le cartografie dettagliate del programma europeo Copernicus e l’interpretazione di ortofoto e carte topografiche storiche, rivela che in Italia il consumo di suolo è pari a circa 8 metri quadrati al secondo.

Ininterrottamente, notte e giorno, il territorio nazionale è impermeabilizzato con asfalto e cemento, edifici e capannoni, infrastrutture. L’Ispra precisa che gran parte della superficie persa è ricoperta da strade asfaltate e ferrovie per il 28%, da strade sterrate e da altre infrastrutture di trasporto secondarie per il 19%, da parcheggi, piazzali, discariche e aree di cantiere o estrattive per il 14%. La superficie occupata dagli edifici, invece, ha consumato il 30% del territorio.

Il primato della copertura artificiale del suolo è detenuto dalle regioni Lombardia e Veneto con oltre il 10%. Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia raggiungono percentuali di poco inferiori e comprese tra l’8 e il 10%. I comuni più cementificati del Paese, invece, sono Napoli (62,1%), Milano (61,7%), Torino (54,8%), Pescara (53,4%), Monza (48,6%), Bergamo (46,4) e Brescia (44,5).

L’erosione del suolo, sottolinea il Rapporto, è un fenomeno grave e determina cambiamenti irreversibili: il territorio si deteriora, le aree naturali o destinate a produzioni agricole si perdono. I fondi che si trovano in zone marginali del territorio vengono abbandonati, quelli delle zone costiere mediterranee e della Pianura padana sono sfruttate impropriamente con colture intensificate.

L’Ispra ricorda che, con l’aria e l’acqua, il suolo svolge una funzione socio economico e ambientale: è fonte di approvvigionamento di prodotti alimentari e di materie prime; consente la regolazione del clima, la cattura e lo stoccaggio del carbonio; permette il controllo dell’erosione e dei nutrienti, la regolazione della qualità dell’acqua, la protezione e la mitigazione dei fenomeni idrologici estremi; è supporto fisico; favorisce la decomposizione e la mineralizzazione della materia organica; è l’habitat di specie viventi, è riserva genetica; caratterizza il paesaggio ed è patrimonio naturale.

E’ necessario porre un freno ai fenomeni dell’espansione urbana e della progressiva cementificazione del territorio. Bisogna farlo con urgenza, rimarca lo studio. Il consumo del suolo è un tema che ha grande rilievo nel contesto della sostenibilità ambientale e della pianificazione urbana. E’ un fenomeno che va governato adeguatamente, con la pianificazione del territorio e mettendo in atto politiche efficaci di gestione del patrimonio naturale.

Non si può più correre il rischio di perdere una risorsa ambientale preziosa e limitata.

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