Pubblicato: mer, 11 Dic , 2013

Béla Guttmann colpisce ancora

A 51 anni dall’anatema di Guttmann, continua la maledizione contro il Benfica

 

Béla Guttmann con le due Coppe dei Campioni vinte

Béla Guttmann con le due Coppe dei Campioni vinte

Il Benfica ieri è stato eliminato dalla Champions League. La notizia sorprende fino ad un certo punto, la compagine di Lisbona non è più la grande squadra di qualche decennio fa ma aveva avuto un sorteggio favorevole e non era impensabile ipotizzare un passaggio agli ottavi. A parte il favorito PSG, i vicecampioni dell’Europa League dovevano fronteggiare l’Anderlecht e l’Olympiacos, due formazioni alla portata degli uomini di mister Jorge Jesus.

L’eliminazione di ieri, ad ogni modo, invera per l’ennesima volta la cosiddetta “maledizione di Béla Guttmann”.

Béla Guttman nacque a Budapest, allora parte nell’Impero austro-ungarico, nel 1899 e, dopo una discreta carriera da giocatore, nel 1933 iniziò ad allenare. Girò diverse squadre tra Mitteleuropa, Argentina e Italia finché nella stagione 1959-60 non approdò al Benfica, squadra con la quale si affermerà come uno dei migliori allenatori del tempo.

Il primo anno, dopo aver rivoluzionato la rosa, conquistò subito il campionato perdendo solo una gara. L’anno successivo centrò l’abbinata campionato-Coppa Campioni battendo in finale il Barcellona. Nel 1961-62 rafforzò la squadra con l’acquisto dell’allora giovanissimo mozambicano Eusebio, uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. La stagione fu travagliata con i continui contrasti tra dirigenza e Guttmann a fare da leitmotiv, il Benfica arrivò terzo in campionato e perse la Coppa Intercontinentale ma riuscì nell’impresa di vincere la seconda, consecutiva, Coppa Campioni. In finale il Benfica affrontò i formidabili pentacampioni d’Europa del Real Madrid dei vari Puskás, Gento e Di Stefano, battendoli 5-3 in rimonta sfruttando la sua freschezza contro l’appagamento e “l’età avanzata” degli spagnoli.

Nonostante il trionfo europeo Guttmann decise di cambiare squadra, l’idea di aver ottenuto già il massimo dai suoi giocatori e, soprattutto, il rapporto deteriorato con la dirigenza lo fecero decidere per l’addio. Proprio la ruggine con i dirigenti originò la famigerata maledizione. A seguito di un diverbio, pare per il mancato riconoscimento di un premio in denaro, Guttmann disse: «Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni». Per quanto riguarda il riferimento alle squadre portoghesi l’allenatore non ci prese: gli acerrimi rivali dei lisbonesi, il Porto, dal 1962 ad oggi ha vinto 2 Coppe Campioni (1986-87 e 2003-04) e 2 Coppe Uefa (2002-03 e 2010-11). Per il Benfica invece la maledizione colpisce da quel giorno. Le “aquile” hanno perso, primatisti in questo, ben 5 finali di Coppa Campioni (1962-63; 1964-65; 1967-68; 1987-88 e 1989-90). Anche quest’anno, eliminato ai gironi, il Benfica guarderà qualcun altro alzare la “coppa dalle grandi orecchie”, la cui finale, peraltro, si giocherà a casa sua, all’Estadio Da Luz di Lisbona. Chissà se i lusitani dovranno aspettare il 2062 per vincere la coppa più prestigiosa o le preghiere dei suoi tifosi a Guttmann sortiranno qualche effetto.

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