Pubblicato: mar, 26 Nov , 2013

FI passa all’opposizione, finisce il governo delle larghe intese

Nella notte si voterà la fiducia sulla legge di Stabilità, al Senato. Alla maggioranza servono 161 voti

 

renato_brunetta_silvio_berlusconiL’annuncio ufficiale è stato dato in conferenza stampa dai capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. Forza Italia esce dalla maggioranza. «Le larghe intese non esistono più – annuncia Brunetta – chiamatelo governo delle piccole intese, chiamatelo governo di centrosinistra, ma non è più il governo delle larghe intese».

Per il partito di Berlusconi sono venute a mancare le condizioni per sostenere l’esecutivo Letta, non sono stati mantenuti gli impegni presi.

In aula, al Senato, è in corso la votazione sulla legge di Stabilità. Il testo del provvedimento è stato approvato la notte scorsa, alle 2.30, ma senza il mandato del relatore. Tutte le modifiche approvate in commissione Bilancio, quindi, sono decadute. Almeno in teoria. Il governo, infatti, nel pomeriggio ha presentato un maxiemendamento per poterle recuperare e, lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha posto la fiducia.

«La legge di Stabilità nella versione iniziale, ma anche in quella modificata che ora (ndr. pomeriggio inoltrato) ancora non conosciamo, è irricevibile» spiega Romani, che ricorda: «Letta si era impegnato a una continua interlocuzione tra il governo e le forze politiche di  maggioranza, secondo meccanismi di co-decisione sui processi legislativi. Tanto non è successo con Forza Italia, un partito che non è stato ascoltato». E, aggiunge: «anche a livello psicologico ed emotivo, in commissione Bilancio, si percepiva una scarsa sopportazione, una scarsa considerazione delle proposte di Forza Italia».

«Era impossibile rimanere», ribadisce Brunetta «sono stati traditi i tre grandi temi sui cui si fondavano le larghe intese: la pacificazione nazionale, le grandi riforme e i provvedimenti economici per il rilancio dell’economia del Paese, come la legge di Stabilità».

Il fermento che si respira deriva dall’intreccio del voto sulla manovra economica, prevista per oggi, e quello sulla decadenza di Berlusconi da senatore, in calendario domani. A Palazzo Madama ognuno corre la propria maratona. C’è chi vorrebbe allungare i tempi della discussione sulla legge di Stabilità per far slittare il voto sulla decadenza. C’è chi punta ad accorciarli, votando tutte le proposte di modifica alla manovra, quelle già approvate dalla commissione Bilancio e quelle anche solo presentate, pur di evitare la sovrapposizione delle due votazioni.

Il presidente della Repubblica, al quale è stata comunicata la decisione dei forzisti, è prontamente intervenuto: sarà il voto di fiducia a determinare la tenuta del governo.

Letta, salvo colpi di scena, non dovrebbe correre rischi. Sembrerebbe avere ancora i numeri. La maggioranza al Senato si raggiunge con 161 voti e il premier può contare su 168 certi. Si voterà nella notte, anche se la prima chiama era stata fissata per le ore 20.30. I tempi del voto sulla fiducia continuano a slittare, rallentando quelli del voto sulla decadenza.

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