Pubblicato: dom, 12 Ago , 2018

Razzismo: spunti di riflessione

Ma quale razzismo è goliardia. Ci lascino il nostro passatempo questi negri a noi italiani e vedano di non rompere

 

     Nei primi giorni di agosto tre diciannovenni a Empoli hanno imbrattato un giardino per i giochi dei bambini con svastiche e scritte naziste. Pare non siano legati a nessun gruppo di estrema destra e così la loro viene considerata “una ragazzata”, si assevera che sia stata  una goliardata.

Il 2 agosto a Pistoia,  hanno sparato a un migrante gambiano, ospite della comunità di don Biancalani. Sono stati due minori di 14 anni. E certo con il razzismo non c’entrano. Questa sarà stata una “elementarata”.

A fine luglio, dopo uno stillicidio di aggressioni, ci fu il lancio di uova contro Daisy Osakue, che ora, mentre mando questo pezzo, è stata quinta per l’Italia ai campionati d’Europa nel lancio del disco. Tutti furono concordi nel dire che in questo caso non c’entrasse il razzismo, poiché gli aggressori  in precedenza avevano assaltato anche altri e soprattutto uno dei tre è figlio di un qualcosa del pd.  La ragazza, subito dopo il fatto, dichiarò che cercavano una nera e c’è da crederle: certo non è affar suo immaginare che la cercassero perché il clima di odio per ogni diversità contagia gli imbecilli. Ha fatto bene Salvini a definirli cretini: peccato che nel 1999 è stato condannato per aver lanciato uova a D’Alema.  Daisy ha subito attacchi scomposti e minacce di morte sui social perché ha detto in tv della caccia al nero;  alcuni che le hanno frequentate, d’altra parte, mi assicurano che i vari Salvini, Fontana, Meloni sono degli illuminati in materia di migranti rispetto a quanti bazzicano, per uso di appartenenza e l’appiattimento culturale che aveva previsto Pasolini, le case del popolo.

Questo nostro Paese non si è certo mai emancipato dal fascismo: l’uomo forte, l’autoritarismo, il machismo, il rifiuto del pensiero libero, il nostalgico rivolgersi al bel tempo che fu. Ma non c’è nel suo dna il razzismo: perfino al tempo della “buonanima” le leggi razziali furono una forzatura per l’animo nazionale, imposta dal servilismo al nazista. Questo significa, allora, che oggi non c’è un’emergenza xenofoba? Io credo  non sia così.

E credo non sia così perché ciò che vedo in Italia è il diffondersi, dal sud desertificato al nord in crisi identitaria, di un male per molti aspetti inedito:  un arretramento culturale grave. Tutto ciò di cui questo Paese era positivamente costituito è da troppo tempo in stato quiescente o è corrotto: la religione cattolica, il socialismo, il cooperativismo, il sindacalismo, il solidarismo. Non è stata una storia facile la nostra: i nostri mali sono stati tanti, ma abbiamo resistito perché molti sono stati i valori del nostro stare insieme. Se la classe dirigente è stata a lungo inadeguata, la nostra società civile è tuttavia cresciuta, tante sono state le conquiste.

Ora anche simili spinte positive si sono arrestate. E pure il contratto tra i cittadini, che, nonostante le tante tensioni ha retto, adesso pare sciogliersi, il tessuto connettivo si rompe, le nostre comunità viepiù sembrano formate da moltitudini di esseri soli, antagonisti e soli, depressi, nella fase acuta di una crisi per disadattamento sociale e allora una violenza ottusa e perversa sta deflagrando: lo si vede dai social saturi di messaggi di morte, lo si coglie sulle strade troppe volte lasciate ai raid di branchi di disperati: vandali per noia, violenti per assenze valoriali, razzisti per imitazione. Insomma, una miscela esplosiva di idiotismo ambientale, di analfabetismo di ritorno  su cui campa la nuova destra.

La nuova destra che fornisce obiettivi al malessere: il nero, l’omosessuale, le nuove famiglie, la libertà di muoversi e di pensare, l’apertura, il dialogo, le altre religioni, benché i giustizieri ignorino del tutto perfino la propria, ma vale per vedere il sangue, la donna  libera e pertanto mignotta. Lo sfogo, ovviamente, accresce il male, giova solo alla nuova destra che aumenta i suoi consensi.

Nonostante tutto sono ancora molti gli spiriti positivi, autonomi, aperti, creativi, solidali che tentano ancora di resistere, ma la loro voce viene in molti modi soffocata.

E la sinistra? Non attrae più. Sono i leader d’essa ad essersi imborghesiti, o è la componente sociale a cui per abitudine s’ostinano a riferirsi  che è stata conquisa culturalmente dai consigli per gli acquisti? Ecco, come per la mafia più che la collusione è l’indifferenza la maggior responsabile, anche per il nuovo populismo è la miopia la maggior alleata.

Fulvio Turtulici

 

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