Pubblicato: mer, 14 Giu , 2017

Ferdinand Paci Adrian: Trapani, una mostra al San Rocco.

Padre e figlio uniti dall’arte, ma separati dalla vita raccontano la loro dimensione umana e artistica.

Fino al 22 settembre, presso il Museo San Rocco di Trapani, si terrà la mostra Ferdinand PACI Adrian, a cura di Giovanni De Lazzari. La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile dal mercoledì al sabato, dalle 17.00 alle 21.00. E questa è una mostra davvero particolare, dove un padre e un figlio s’incontrano artisticamente, ma che sa anche di un incontro di due vite che non si sono interamente unite. Ferdinand, il padre, è morto più di quarant’anni fa, e suo figlio Adrian, oggi artista affermato, aveva solo sei anni quando l’ha perduto. L’idea di farli esporre insieme nasce da un incontro avvenuto a Milano nel gennaio del 2013 tra Adrian e Mons. Liborio Palmeri, delegato vescovile per la ricerca, le arti e il dialogo culturale della Diocesi di Trapani. Ed è proprio da quel dialogo che emergeva l’importanza della relazione del figlio col padre, anche lui artista, e il bisogno, anzi quasi la necessità, di raccontare la forza generativa dell’arte del padre nell’immaginario artistico del figlio. “Abbiamo pensato a questo evento come a una sorta di narrazione, che sottintenda la volontà di rendere possibile un incontro ideale tra due personalità che hanno beneficiato di pochissimo tempo da condividere. Le loro storie si appartengono, tuttavia si può dire che si sfiorino soltanto, dato che Ferdinand muore quando Adrian ha sei anni”. Questo è quanto affermato dal curatore della mostra, De Lazzari. Ed è questa la cifra di una mostra unica, quantomeno nelle intenzioni, che lega due uomini, uniti dall’amore per l’arte, ma separati dalla morte. Una perdita precoce quella del padre, per Adrian, che forse anche attraverso l’arte è riuscito a rielaborare il lutto. Due artisti, però, con esperienze diverse e che manifestano la loro arte in momenti storici differenti, anzi opposti, che accompagnano artisticamente il processo di cambiamento socio-politico dell’Albania. Ferdinand Paci opera nel periodo storico in cui il regime comunista si consolida, fra la seconda metà degli anni Cinquanta fino alla sua morte (avvenuta nel 1975), “in un sistema politico che attribuisce grande importanza all’artista ma che pretende di condizionarne le scelte, mirando alla costruzione di una memoria iconografica collettiva che sia nel frattempo memoria del potere”. Adrian Paci, prosegue De Lazzari, si “afferma negli anni successivi al crollo della dittatura, ed emerge nel contesto artistico internazionale costruendo la sua poetica proprio a partire dal fallimento dell’esperienza politica di Enver Hoxa”. Le opere in mostra, disegni preliminari e acquerelli per Ferdinand e i video per Adrian, rappresentano il punto di contatto tra un passato artistico che non si è realizzato appieno, e uno che, invece, si sta dispiegando nel presente. Insomma, è un delicato incontro tra un padre e un figlio che nell’arte, anche se separati precocemente in vita, hanno trovato la loro dimensione umana e artistica.

Vito Campo

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