Pubblicato: ven, 18 Apr , 2014

18 Aprile 1955 moriva Albert Einstein

Cinquantanove anni fa a Princeton si spegneva una delle menti più eccelse della storia 

 

«Certe volte mi domando perché sia stato proprio io a elaborare la teoria della relatività. La ragione, a parer mio, è che normalmente un adulto non si ferma mai a riflettere sui problemi dello spazio e del tempo. Queste sono cose a cui si pensa da bambini. Io invece cominciai a riflettere sullo spazio e sul tempo solo dopo essere diventato adulto. Con la sola differenza che studiai il problema più a fondo di quanto possa fare un bambino».

Albert Einstein nacque a Ulma in Germania il 14 marzo 1879 in una famiglia di origine ebraica. La sua infanzia fu caratterizzata da una serie di spostamenti in giro per l’Europa. Prima Monaco, poi Milano ed infine Zurigo. Conseguito il diploma nel 1896 fu ammesso al Politecnico di Zurigo dove conobbe Mileva Maric, la donna che sarebbe diventata la sua prima moglie. Nel 1900, terminati gli studi universitari volle entrare nel collegio didattico del Politecnico, ma non ci riuscì. Iniziò quindi a lavorare presso l’ufficio brevetti di Berna dove insieme al suo amico Michele Besso l’ “Accademia Olimpia”, un gruppo di discussione scientifico – filosofico. Il 1905 conseguì il dottorato in fisica. Nel corso di quell’anno  in pochi mesi, scrisse alcuni articoli, che apparvero sugli Annalen der Physik, la più prestigiosa rivista di fisica dell’epoca. Il primo sui quanti di luce, il secondo sul moto browniano, destinato a confermare in modo definitivo l’atomicità della materia, il terzo sui fondamenti della relatività ristretta  che conteneva la celebre formula  E=mc². In questi studi Einstein si occupò della struttura della materia e della natura della luce, sviluppando alcune idee fondamentali sulla propagazione del segnale luminoso. Partendo da tali studi riformulò i concetti di spazio e tempo enunciando   la teoria della relatività ristretta o speciale per descrivere il moto dei corpi che raggiungono una velocità prossima a quella della luce. Nel 1915 pubblica la memoria: “I fondamenti della teoria della Relatività generale”, frutto di oltre dieci anni di studio. La teoria venne però accolta dall’ambiente scientifico con un certo scetticismo in quanto derivava da ragionamenti matematici e non da osservazioni ed esperimenti. Nel 1921 vinse il premio Nobel per la Fisica, per il lavoro Elettrodinamica dei corpi in movimento scritto nel 1905. Nel 1927  il governo italiano invitò lo scienziato al Congresso Internazionale dei Fisici che si svolgeva a Como nel centenario dalla morte di Alessandro Volta. Einstein però declinò l’invito a causa della sua opposizione al regime fascista. Perseguitato dal regime nazista in quanto ebreo e per le sue posizioni pacifiste, nel ’33 emigrò negli Stati Uniti prendendone la cittadinanza nel 1940. Einstein  che non fece più ritorno in Europa continuò le sue ricerche presso l’Institute for Advaced Study di Princeton. Colpito da un’improvvisa emorragia dovuta ad un’aneurisma della aorta addominale, fu ricoverato all’ospedale di Princeton dove morì il 18 aprile 1955.

 

 

 

 

 

 

 

 

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