Pubblicato: gio, 27 Mar , 2014

Pietro Grasso “Serve una nuova legge per la cittadinanza”

Il Presidente del Senato alla presentazione del Rapporto del CIFS sulle famiglie “Norme attuali troppo severe”.

 

Piero Grasso

Piero Grasso

Un’ Italia nuova, che accolga di fatto come cittadini tutti quegli stranieri che vivono nel nostro Paese da anni e che qui hanno costruito la loro vita, cresciuto i loro figli insieme ai nostri.

Questo il pensiero del Presidente del Senato Pietro Grasso intervenuto nella giornata di ieri alla presentazione del Rapporto sulle famiglie 2014 del Centro Internazionale Studi Famiglia dal titolo “Le famiglie di fronte alle sfide dell’immigrazione”. « È giunto il momento di pensare a un nuovo percorso di cittadinanza per gli stranieri che qui si sono integrati e per le seconde generazioni».
Un processo di integrazione reso difficile dalla legislazione vigente : «Le nostre norme sulla cittandinanza – prosegue Grasso – sono fra le più severe in Europa e rischiano di esclidere dai diritti migliaia di persone che con il loro lavoro onestro contribuiscono al benesere e al progresso della nostra società, che è anche la loro società».

Il Presidente del Senato auspica un cambio di mentalità da parte del legislatore per cambiare la concezione della cittadinanza. L’Italia ha posto come obiettivo prioritario garantire il legame con i suoi cittadini emigrati all’estero per motivi prettamente storici. Nello scorso secolo la massiccia emigrazione che ha riguardato milioni di italiani ha reso necessario pensare ad una legge sulla cittadinanza che mirasse a regolamentare questo fenomeno. Ma ora i tempi sono cambiati.

«La stabile presenza di persone provenienti da altri paesi ha cambiato profondamente il volto dell’Italia nello spazio di pochi anni, due o tre decenni al massimo. Molti dei migranti che prima lavoravano nel nostro Paese per il tempo necessario a sostenere con rimesse o risparmi la famiglia nella nazione di origine – ha continuato Grasso – con la prospettiva di farvi ritorno appena possibile, sempre più spesso decidono di continuare a vivere in Italia, richiamando qui i propri congiunti con ricongiungimenti familiari, legali o di fatto».

Ed è verso queste famiglie che hanno cresciuto i loro figli in Italia che guarda Grasso : « ai giovani nati nel nostro paese, che qui studiano, parlando la nostra lingua e i nostri dialetti; che tifano o giocano nelle nostre squadre di calcio – aggiunge – Spesso mi ritrovo fra molti di loro nelle iniziative a favore della legalità e mi sono sempre chiesto amaramente perché questi giovani combattono per la giustizia e per il futuro di un paese di cui non sono e non saranno mai cittadini, almeno finché la legge non sarà cambiata». Parte fondamentale di questo processo d’integrazione è il ruolo della scuola come luogo non solo di istruzione ma anche di integrazione sociale, che « pur nelle tante difficoltà – conclude Grasso – dimostra di saper essere uno spazio dove si compiono i processi di socializzazione e di integrazione che anticipano la piena maturazione del Paese».

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