Pubblicato: sab, 1 Feb , 2014

Muore Stracquadanio, dal mondo radicale a Berlusconi

Favore alle leggi ad personam, dichiarò: “L’editto bulgaro doveva contenere più nomi”
stracquadanio

Giorgio Stracquadanio, aveva 54 anni

È morto ieri, dopo una lunga e terribile malattia, l’onorevole Giorgio Stracquadanio, ex deputato Pdl e difensore incallito e falco di Silvio Berlusconi fino alla fine del Governo Monti quando intimò al Cavaliere di farsi da parte.

Giornalista milanese, esordì in politica come attivista del Partito Radicale spalleggiando l’assessore antiproibizionista Maiolo e nelle elezioni del ’96 passa a Forza Italia (ma verrà eletto solo dieci anni dopo) ricoprendo anche al Senato le cariche di segretario della Commissione Bilancio, membro della Giunta per le Elezioni e del Comitato Parlamentare per i Procedimenti d’Accusa. È stato anche consigliere politico di Maria Stella Gelmini e vicino al movimento di Oscar Giannino.

Ma si ricorda maggiormente per le sue dichiarazioni molto discusse, che hanno suscitato scalpore e polemiche nel mondo dell’opinione pubblica, della televisione e della politica italiana.

Si disse, per esempio, contrario alla proposta di dimezzare lo stipendio e le indennità dei parlamentari e che l’editto bulgaro promulgato da Berlusconi, avrebbe dovuto contenere più nomi (oltre che quelli di Luttazzi e Santoro) forzando Minzolini per avere una linea editoriale netta pro-Berlusconi nel Tg1. Nel 2009 in un’intervista al Fatto Quotidiano si è inoltre dichiarato a favore delle leggi ad personam, contrario alla reintroduzione del voto di preferenza e all’espressione del dissenso all’interno del Pdl. 

Altre perle di saggezza le ha mostrate quando, in seguito alla denuncia della deputata ex An Angela Napoli, si è dichiarato favorevole all’uso della prostituzione per fare carriera in politica e con un decreto sicurezza che avrebbe reso non rintracciabili le buste paga dei dipendenti delle aziende vincitrici di appalti pubblici, favorendo il lavoro nero.

A riguardo ha poi affermato in una trasmissione televisiva “Chi guadagna 500 euro al mese è uno sfigato, ma non esistono al massimo sono poche centinaia di persone perché altrimenti i marciapiedi sarebbero pieni di morti di fame.” Dura commentare una frase così ignobile anzi, per rispetto verso la sua anima errante, viene esclusa qualsiasi delucidazione a riguardo. Addio ad un uomo che, a telecamere spente, sapeva anche farsi dare ragione e con garbo spiegava il suo punto di vista.

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