Truffe per 600 milioni: arrestato il “Madoff” italiano
In manette Alberto Micalizzi, ex ricercatore della Bocconi. In tutto sono 15 le ordinanze di custodia cautelare notificate dalla Gdf
Associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe attraverso operazioni finanziarie ai danni di importanti società. È questa l’accusa che ha portato all’arresto di Alberto Micalizzi, docente di finanza aziendale e ribattezzato il “Madoff” della blasonata Università Bocconi, per aver raggirato, tra gli altri, anche colossi come Snam, Pirelli, Ubi Banca, Ubs di Monaco e Jp Morgan. Il valore complessivo delle truffe supera i 600 milioni di euro. Quindici le misure cautelari emesse dal gip di Milano Stefania Pepe, di cui otto in carcere, su richiesta del pm Tiziana Siciliano e dell’aggiunto Alfredo Robledo. «Micalizzi – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – ha una personalità senza scrupoli, incurante delle regole e incline a delinquere».
Il 45enne “Madoff” italiano era già finito agli arresti domiciliari per un paio di mesi nel febbraio dell’anno scorso per un’altra truffa (a cui avrebbero preso parte anche cittadini russi e turchi) su ordine del gip di Torino e ora è accusato di essere il “promotore” di due associazioni per delinquere finalizzate ad una serie di truffe attraverso false fideiussioni a banche estere ed era indagato dalla Procura di Milano dal 2011. Nella sua rete sono finiti manager di tutto il mondo: dall’Australia agli Stati Uniti, passando per gli Emirati Arabi e la Svizzera. L’Università Bocconi aveva precisato all’epoca che il docente si era autosospeso già nel 2011 dal suo ruolo di ricercatore.
Nonostante i precedenti, l’ex ricercatore continuava a godere di una certa stima da parte dei salotti buoni della finanza mondiale. «Micalizzi – scrive ancora il gip – deve essere stato certamente convincente se investitori, sia istituzionali che privati, si sono determinati a conferire ingenti quantità di denaro nell’acquisto di vera e propria carta straccia».