Pubblicato: Gio, 19 Dic , 2013

Trieste, anche i finanzieri a rischio amianto

Nella caserma Campo Marzio asportate tonnellate di materiali contenenti amianto senza interrompere le attività 

 

amianto_4__800_800E’ il quotidiano on-line Sostenitori delle Forze dell’Ordine che rilancia, questa volta, la vertenza Amianto in Guardia di Finanza, nello specifico a Trieste, a proposito della caserma Campo Marzio, di Via Fiamme Gialle 6, a suo tempo appartenente all’ex Industria Pesante Navalmeccanica Fabbrica Macchine, ma trattasi, purtroppo, di problema nazionale (quello dell’esposizione all’amianto di militari e non). Tanto per cominciare, l’assessore all’Ambiente, del capoluogo giuliano, Umberto Laureni, si dovrebbe dimettere; sembrerebbe, infatti, esser stato lui a curare, come responsabile tecnico ASL, le tardive bonifiche (rispetto alla legge 257/1992) degli anni 1999, 2001-2002, presso la caserma in questione, laddove sono state asportate numerose tonnellate di materiali contenenti amianto compatto e friabile, senza far interrompere le attività generali di caserma, senza considerare la natura postindustriale dell’edificio (quindi senza dar corso al D.M. 14.05.96) e, soprattutto, operando la restituzione dei locali, a termine delle bonifiche, con microscopia ottica e non elettronica (che, com’è noto, permette di individuare le fibre di amianto più piccole e pericolose), come previsto dalla Legge. Anche i portuali triestini sono recentemente insorti: nel porto sono transitate migliaia di tonnellate di amianto. Amianto sarebbe presente anche in alcune scuole pubbliche, e un Assessore all’Ambiente che in Comune ha minimizzato circa la presenza di amianto, non può rappresentare i cittadini.   

La vetusta centrale di trattamento dell’aria della stessa caserma, inoltre, secondo dettagliate ricostruzioni, depositate in fascicoli e Procure competenti, a quanto pare, ha diffuso, per molti anni prima delle bonifiche, con effetti prevedibili, delle fibre di amianto, oltre i limiti di legge, per ambienti confinati nell’edificio, e questo non doveva essere permesso. La prima cosa da fare, a mio avviso, è procedere, immediatamente, alla specifica sorveglianza sanitaria con la valutazione epidemiologica del personale, qualcuno si muova ed in fretta.

Ovviamente l’inquinamento per amianto c’è stato anche al Porto, al Molo F.lli Bandiera, allo Scalo Legnami, a Prosecco ecc.; molte fiamme gialle sono iscritte nel Registro regionale sanitario degli esposti all’amianto. Sono accertati casi di morti per mesotelioma della pleura tra ex personale G. di F.; in un caso addirittura con il riconoscimento della causa di servizio, e troppi altri casi di decessi e patologie di sospetta natura asbesto-correlata. 

I finanzieri hanno pari dignità e non sono, solamente, personale da schierare all’occorrenza (in tempo di pace), a difesa dell’Istituzione, con scudi e caschi, in situazioni di pericolo…

Solidarietà, nel contempo, a tutti quei lavoratori portuali che, nei giorni scorsi, hanno, di fatto, contraddetto le ottimistiche, ma irreali, considerazioni di Laureni.

Inviato da, Fedele Boffoli



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